Bonda Katarzyna - 2015 - Nessuna morte è perfetta by Bonda Katarzyna

Bonda Katarzyna - 2015 - Nessuna morte è perfetta by Bonda Katarzyna

autore:Bonda Katarzyna
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Thrillers, General, Fiction
ISBN: 9788858519981
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2018-11-12T23:00:00+00:00


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«Piotr, dai, vieni, birichino!» gridò Aniela Bondaruk al bambino dai capelli neri che si era arrampicato sul davanzale e saltellava come un grillo per acciuffare una libellula che, chissà perché, si era infilata nel loro appartamento d’inverno. Sbatteva contro il vetro le ali cangianti dai colori dell’arcobaleno cercando di uscire dalla stanza a tutti i costi.

Aniela, che già indossava il pellicciotto di nutria, raccoglieva le cose del figlio. La cartella, la merenda, la sciarpa. Quando vide dove s’era arrampicato il bambino, si lanciò subito in quella direzione e lo afferrò all’ultimo istante mentre già stava cadendo sul pavimento. Il ragazzino, molto alto per la sua età, per poco non la schiacciò, ma questa volta non si ruppe un dente, com’era successo di recente quando era sgattaiolato sul tetto della scuola.

«Un giorno mi ammazzerai» dichiarò, sospirando pesantemente.

Sulla sua faccia comparvero delle macchioline rosse. Si sedette sul divano letto, fissò il figlio. Piotr invece ridacchiava, evidentemente divertito dallo spavento della madre. Schiuse la mano. Sul palmo c’era la libellula morta. Le sue ali, ora, sembravano purpuree. Aniela non ne aveva mai vista una da vicino. Spinse via la mano del figlio con disgusto. Non sopportava gli insetti. Ce n’erano troppi nell’ospedale delle malattie infettive in cui lavorava.

«Staszek, accompagnalo tu.» Aniela guardò nell’altra stanza dove il marito era seduto alla scrivania.

Accanto a lui c’erano una pila di carte e dei pallottolieri. Non alzò nemmeno la testa. Non faceva che bofonchiare tra sé i risultati dei calcoli. Oggi doveva entrare in funzione il primo essiccatoio in metallo per il legno costruito su suo progetto. La delegazione da Varsavia era arrivata a Hajnówka il giorno prima. Sarebbero stati alla segheria nel pomeriggio. Doveva spiegare come funzionava il prototipo. Se la direzione centrale l’avesse comprato per gli altri stabilimenti, Staszek sarebbe stato promosso direttore.

«Mi hai sentito? Io non ce la faccio più con lui» ripeté Aniela. Staszek allontanò da sé le carte, mise giù la penna.

«Piotr non è più un neonato. A scuola ci arriva da solo» brontolò e strizzò l’occhio al figlio che dietro alle spalle della madre stava rubando una scatola di fiammiferi. Se la svuotò in tasca e ci mise dentro il cadavere dell’insetto catturato.

«Certo che ci arrivo» assicurò. «Papà ha ragione.»

«Basta che non fai come l’ultima volta» si lamentò Aniela. «Al parco, sull’altalena.»

«Lui si vergogna che lo accompagni ancora come un bambino piccolo.»

«Esatto.» Piotr ora stava facendo un buco nel guanto. «Mamma, non avere paura.»

«Se è così, vado.» Aniela mise il broncio e uscì di casa, sbattendo rumorosamente la porta.

Entrava in servizio tra venti minuti. Se si sbrigava, sarebbe riuscita a bere un caffè con le colleghe.

Staszek e Piotr si scambiarono un’occhiata.

«Preparati, Bondaruk.» Il padre si alzò da dietro la scrivania. «Usciamo. Ma se deludi tua madre, testone, ti gonfio il sederino!» Lo minacciò con il dito.

Piotr, dieci anni, non prese troppo sul serio la minaccia. Nessuno in quella casa gli aveva mai fatto del male. Si vestì in un lampo e, prima che il padre avesse il tempo di guardarsi intorno, era già uscito.



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