Carcano, Fabrizio by Il Mostro di Milano

Carcano, Fabrizio by Il Mostro di Milano

autore:Il Mostro di Milano [Milano, Il Mostro di]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Mystery & Detective, General
ISBN: 9788842558613
editore: Mursia
pubblicato: 2016-12-31T23:00:00+00:00


VI

A due settimane dalla notte dell’assassinio di Titti tutto in zona Certosa sembra essere tornato come prima. Le ragazze dei siciliani battono in corso Sempione fino in piazza Firenze, da lì in poi ci sono quelle dei napoletani di Voiello in viale Certosa e fino alle autostrade, mentre quelle di Cusenza sono sulla circonvallazione e intorno all’ippodromo. Nella sperduta via Montefeltro, invece, non brilla più nessuna lucciola.

Dopo Titti nessuna si è più fatta vedere in quella strada buia.

I camionisti che bivaccano nell’area dei depositi devono farsi qualche chilometro per trovare un lampione a illuminare un’altra donna di vita.

Anche i giornali hanno rapidamente dimenticato Concetta De Palma, Titti: un paio di trafiletti nei giorni successivi al delitto, poi il silenzio. E tutto come prima.

Tranne che per Titti. Al suo funerale non ci sono manco quattro gatti, anzi manco uno. Solo il sacerdote, quel don Sandro, a officiare la cerimonia con il feretro e gli addetti al servizio funebre e un cugino siculo di secondo grado salito dallo Stretto, o da quelle parti lì, semplicemente per seppellire la lontana parente sotto tre metri di terra fresca, farci piazzare sopra una lapide e intascare il piccolo gruzzoletto messo da parte dalla sventurata: i due milioni del libretto postale.

I vestiti e i libri rimasti nell’appartamento andranno alla parrocchia della Certosa in beneficienza.

In fondo alla chiesa, in ultima fila, da sola, Marlene. La dama nera. La sua divisa d’ordinanza.

Maspero la intercetta quando gli addetti al servizio caricano la bara sul carro funebre per il breve tragitto che li separa dal cimitero Maggiore.

«La conoscevo, sa?»

«Eravate amiche?»

«Colleghe» precisa.

«Abbiamo fatto un pezzo di strada insieme durante la nostra vita» aggiunge, sibillina.

In mano ha un rosa rossa.

Simbolo dell’amore e del sesso.

«Vado al cimitero.»

«La accompagno.»

Si avviano a piedi.

Marlene è bella. L’andatura fiera esalta il corpo sinuoso. Non passa inosservata neppure lì, in quel corso rattristato dalla presenza solo di fiorai e marmisti e sullo sfondo la lugubre figura del portale d’ingresso del cimitero. Camminano in silenzio.

Marlene pensa a Titti. Maspero pensa a Marlene.

Una donna in quel momento, una puttana negli altri momenti della sua vita. E lui le puttane le detesta.

Titti viene calata in una fossa già preparata. L’operazione per ricoprirla dei canonici tre metri di terra è rapida.

Un becchino piazza poi una piccola croce di legno, con un chiodo dove appende un’etichetta con la sola scritta «Concetta De Palma». Le date del suo ingresso e della sua uscita dal mondo terreno verranno incise sulla lapide quando ne avrà una.

Marlene appoggia la rosa rossa sulla terra, si fa il segno della croce e se ne va. Il commissario indugia qualche secondo prima di seguirla.

«Come torna a casa?»

«Con il tram. Poi cambio e prendo il filobus.»

«La accompagno io.»

Stavolta Ottolina è rimasto in ufficio.

La 1750 brilla argentata sotto un pallido sole.

Il viaggio è breve e vola in un amen.

«Da oggi posso stare tranquilla?»

«Se si riferisce a Goldoni sì, può stare tranquilla. Verrà convocata per il riconoscimento, quello resterà in galera per diversi anni. Sulla strada invece è diverso e lo vede anche lei.



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