La verità dell'Alligatore by Massimo Carlotto

La verità dell'Alligatore by Massimo Carlotto

autore:Massimo Carlotto
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 2015-01-13T16:00:00+00:00


Stavo cercando di rilassarmi ascoltando i Fleetwood Mac che cantavano Coming Home, quando Beniamino schiacciò il tasto per estrarre la cassetta dall’autoradio. «Voglio riascoltare il nastro con la confessione di Artoni».

«Proprio adesso» protestai. «Tra una trentina di chilometri arriviamo a casa tua».

«Adesso, Marco. Ho l’impressione che ci sia sfuggito qualcosa di importante».

In realtà non avevo nessuna voglia di riascoltare quanto era stato detto e fatto nello studio del medico legale senza il conforto di una dose abbondante di calvados. E poi avevo ottenuto quello che volevo, l’assassino era stato scoperto, restava solo da decidere in che modo chiudere la faccenda. Come punire Artoni e far saltare fuori il cadavere di Magagnin.

Mi sentivo ragionevolmente soddisfatto. Non sapevo ancora quanto mi sbagliavo.

Fu particolarmente penoso risentire Beniamino che cantava Crapa Pelada. Il mio amico si tormentava i braccialetti al polso sinistro e alla fine sbottò: «Cristo, Marco, potevi spegnere il registratore in quel momento!».

La cassetta andava avanti. Artoni aveva appena terminato di rievocare l’intervento e il ruolo dell’avvocato di parte civile e del secondo marito della vittima, quando il mio amico disse: «Riavvolgi un po’ il nastro, voglio ascoltare ancora questa parte».

«Perché?» chiesi incuriosito.

«Non ti sembra strano che Sartori e Ventura si siano esposti a tal punto con Artoni? Era sufficiente garantirgli che non lo avrebbero sputtanato per la perizia sbagliata. Invece gli hanno promesso di aiutarlo nella carriera – e così è stato – l’hanno legato al loro carro e lui, a sua volta, si è tirato appresso il perito della difesa e quel Ferrini. E tutto questo solo per mettere un bel coperchio pesante sulla pentola di quel processo. Un meccanismo troppo complesso per coprire un semplice errore. Non ti sembra?».

«Può darsi. Potrebbe trattarsi però di normale amministrazione. In quegli ambienti non fanno altro che organizzare lobby, cordate, logge massoniche o affiliarsi a organizzazioni come i Cavalieri dell’Ordine di Santa Costanza».

«No. Ti sbagli. Secondo me la vera ragione è che Sartori e Ventura sapevano che Alberto Magagnin era innocente».

«Cosa vuoi dire, che sono implicati in quel delitto?».

«Esatto, Sherlock Holmes».

Riascoltammo tre volte quella parte della registrazione.

Poi rimisi su la cassetta di blues e dissi: «Mi sa che hai ragione. A questo punto non mi stupirei se Artoni li avesse già informati di quanto è successo e avesse chiesto loro di aiutarlo a evitare il naufragio della sua carriera e della sua vita. Sai che ti dico... domani si ricomincia, Watson».



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