Come si comanda il mondo Teorie, volti, intrecci by Giorgio Galli Mario Caligiuri

Come si comanda il mondo Teorie, volti, intrecci by Giorgio Galli Mario Caligiuri

autore:Giorgio Galli, Mario Caligiuri [Caligiuri, Mario e Galli, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rubbettino
pubblicato: 2018-01-10T23:00:00+00:00


2.4 Come Google, Amazon, Facebook e Apple controllano il mondo

Le big della tecnologia influenzano l’attività dei governi perché penetrano la nostra vita: i gusti musicali e quelli gastronomici, le destinazioni turistiche, le persone che conosciamo e anche i nostri dettagli più intimi, come le tendenze sessuali, politiche e religiose. Cresce dunque il potere di queste multinazionali che sono capaci di conoscere le nostre relazioni, i nostri spostamenti, le nostre inclinazioni, condizionando così le nostre scelte43. Non a caso si sostiene che «Google ci osserva, ci ascolta. È parte della nostra quotidianità e ci conosce forse meglio di nostra madre»44. Google, Amazon, Facebook e Apple sono giganti del web che possiedono il 90% delle informazioni digitali dell’intera umanità. Se si considera che Facebook a dicembre 2016 contava circa 1,86 miliardi di utenti45, la si può considerare la terza nazione più grande al mondo. Questi colossi del mondo digitale hanno assunto progressivamente una posizione dominante sul mercato globale venendo a costituire un vero e proprio monopolio.

La tecnologia, in particolare l’information technology, appare come un’arma a doppio taglio: da un lato esprime tutto il suo potenziale positivo, permettendo all’umanità di comunicare in modo istantaneo a ogni latitudine del mondo, dall’altro manipola inevitabilmente le nostre vite. La rivoluzione digitale ha senza dubbio accresciuto i benefici dei consumatori e delle imprese, promuovendo libertà e possibilità di espressione, ma contemporaneamente ha creato effetti distorsivi imponenti nel processo di comprensione della realtà. In occasione del conferimento della laurea honoris causa all’Università di Torino, Umberto Eco ha sostenuto che la Rete rendeva indistinguibili le opinioni di un avvinazzato da quelle di un Premio Nobel, avendo teoricamente la medesima possibilità di diffusione. Potrebbe anche darsi che la trasparenza supposta e la partecipazione immaginaria (sebbene entrambe con effetti visibili) abbiano contribuito a indebolire la credibilità e soprattutto i processi formativi e decisionali delle élite democratiche, rafforzando per contro quelle non democratiche che gestiscono Internet in modo simile a un ministero per la propaganda. Infatti, la concentrazione globale delle informazioni nelle mani di poche società condiziona pesantemente sia le scelte pubbliche sia le decisioni dei cittadini. Attraverso i nostri dispositivi collegati alla Rete, forniamo loro una sterminata quantità di informazioni che finisce per disvelare le nostre esistenze, rendendole vulnerabili46.

I colossi digitali evadono le imposte, tanto da essere definiti, «primatisti olimpionici di elusione fiscale»47. Nei soli Stati Uniti la somma sarebbe prossima ai 100 miliardi di dollari all’anno48. In Italia, si potrebbero recuperare, per tasse evase, tra i 2 e 3 miliardi all’anno49. Le quattro big di Internet, dunque, offrono servizi, vendono prodotti e pagano poche tasse50. Secondo «The Economist»51 questa combinazione di fattori consentirebbe alle multinazionali del digitale di ostacolare la concorrenza52. Il periodico inglese fornisce i numeri di questo monopolio: circa due terzi delle ricerche in America e il 90% di quelle europee passerebbero dal motore di ricerca di Google; Amazon colosso mondiale dell’e-commerce ha fatturato nel 2016 circa 136 miliardi di dollari con un utile di circa 2,3 miliardi53. Alphabet, la holding che controlla Google54, ha registrato per il 2016 un fatturato di circa 90 miliardi di dollari con utile pari a quasi 20 miliardi.



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