Compagni. Storia globale del comunismo nel XX secolo by Robert Service

Compagni. Storia globale del comunismo nel XX secolo by Robert Service

autore:Robert Service
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Comunismo
ISBN: 978-88-420-8543-0
editore: Laterza
pubblicato: 2018-04-20T04:00:00+00:00


Capitolo 24

LA RIVOLUZIONE CINESE

Il primo ottobre 1949 i comunisti cinesi scrissero una seconda grande data, dopo il 25 ottobre 1917, negli annali del comunismo del XX secolo. Fu allora che Mao Zedong, dalla Porta della pace celeste (Tien An Men) a Pechino, annunciò la vittoria della Rivoluzione. L’Esercito popolare di liberazione - come dal 1946 si chiamava l’Esercito Rosso - aveva occupato la capitale nel gennaio del 1949. La guerra civile contro le forze nazionaliste del Guomindang di Chiang Kai-shek era ancora in corso, ma la sua conclusione era ormai vicina. Mentre stava consolidando il suo potere a Pechino, Mao diresse le sue forze armate verso sud. L’Esercito popolare di liberazione si spostava con notevole rapidità, e dopo avere attraversato il fiume Yangtze, conquistò Shanghai in aprile. Nonostante che il Tibet dovesse ancora essere invaso, Guangzhou, nel sud del paese, era sul punto di capitolare, e l’esito della guerra civile non fu più in dubbio. Il gruppo dirigente comunista celebrò la vittoria in pompa magna. Per settimane i militanti comunisti si erano alzati di buonora per scrivere slogan, costruire lanterne e fiori di carta e preparare bandiere rosse a cinque stelle. I loro sostenitori vennero invitati alla cerimonia di ottobre, in previsione della quale si distribuirono biglietti non cedibili per garantire la sicurezza: tutto doveva funzionare con la regolarità di un orologio. Le strade vicine vennero presidiate per sbarrare gli accessi; la polizia e l’esercito erano ovunque, e l’arrivo di Mao venne salutato con applausi assordanti. Mao dovette continuamente schiarirsi la voce per la tensione, ma ebbe in pugno la folla quando gli altoparlanti trasmisero le sue parole: «Il popolo cinese, che comprende un quarto dell’umanità, si è alzato in piedi»1.

Mao non aveva previsto che il Guomindang si sgretolasse così all’improvviso. Stalin, che pure aveva inviato consistenti carichi di armi alle forze comuniste cinesi, ne fu ancora più sorpreso; infatti aveva consigliato a Mao di raggiungere un accordo con Chiang Kai-shek fino a un anno prima che i comunisti arrivassero a Pechino2. Mao ne aveva tratto le ovvie conclusioni: in Cina i comunisti avrebbero potuto conquistare il potere solo se avessero seguito una propria autonoma strategia. Negli anni Trenta Mao aveva dovuto sopportare molto da parte di Stalin, e ora aveva una possibilità di arrivare al potere. Aveva finto un’apertura diplomatica, accettando di trattare con il suo nemico Chiang Kai-shek per scongiurare una guerra civile, che era invece inevitabile agli occhi di entrambi. Stalin continuò a consigliare prudenza. Per quale motivo, obiettava, i comunisti cinesi dovevano essere così ambiziosi? Egli pensava che dovessero accontentarsi di amministrare la sola metà settentrionale di un paese vasto come la Cina, e non voleva aggravare ulteriormente i suoi già tesi rapporti con il presidente Truman. Mao non ribattè, preferendo semplicemente ignorare i consigli che gli giungevano da Mosca; era consapevole che, se i comunisti cinesi avessero sconfitto Chiang, Stalin avrebbe salutato con favore la nascita di un grande Stato comunista in Asia, indipendentemente da quelle che potessero essere le preoccupazioni americane.

I due schieramenti che



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