Detective in cerca d'autore by Anthony Horowitz

Detective in cerca d'autore by Anthony Horowitz

autore:Anthony Horowitz [Horowitz, Anthony]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-06-14T12:00:00+00:00


13

Le scarpe del morto

«Tony? Stai bene?»

Hawthorne, chino su di me, occupava tutta la mia visuale. Non pareva preoccupato. Semmai perplesso, come se fosse strano svenire alla vista di un cadavere orrendamente mutilato e ancora sanguinante.

Non stavo bene. Avevo battuto la testa sul pavimento industrial di Damian Cowper e mi veniva da vomitare. L’odore del sangue mi riempiva ancora le narici e temevo di esserci finito dentro. Tastai attorno a me con una smorfia. Le assi erano asciutte.

«Mi aiuti ad alzarmi?» chiesi.

«Come no.» Hawthorne esitò, poi mi afferrò per un braccio e mi tirò in piedi. Perché aveva esitato? Ebbi un’illuminazione improvvisa. Da quando lo conoscevo non c’era mai stato alcun contatto fisico tra di noi, né durante quest’indagine né quando mi aveva aiutato per la serie. Non ci eravamo neppure stretti la mano. Anzi, a pensarci bene, non l’avevo mai visto entrare fisicamente in contatto con nessuno. Era germofobico? O soltanto asociale? Un altro mistero che dovevo risolvere.

Mi sedetti su una delle poltrone di pelle, lontano dal cadavere e dal sangue.

«Vuoi un po’ d’acqua?» chiese Hawthorne.

«No, sono a posto.»

«Non stai per vomitare, vero? Dobbiamo preservare la scena del crimine.»

«Non vomiterò.»

Lui annuì. «Non è un bello spettacolo vedere un cadavere. E questo è uno dei peggiori che mi sia mai capitato.» Scosse il capo. «Ho visto gente decapitata, con gli occhi schizzati fuori…»

«Grazie tante!» Mi stava tornando la nausea. Feci un bel respiro.

«A qualcuno proprio non piaceva Damian Cowper» osservò.

«Non capisco» dissi. Pensai alle parole di Grace dopo il funerale. «Lo avevano pianificato, vero? Hanno infilato la sveglia nella bara perché sapevano che Damian si sarebbe innervosito. Volevano allontanarlo per sorprenderlo da solo. Ma perché lui? Se questa storia ha a che fare con l’incidente di Deal, non aveva nessuna colpa. Neppure c’era su quella macchina.»

«Il tuo ragionamento non fa una piega.»

Provai a ripercorrere i fatti. Una donna guida in maniera spericolata e uccide un bambino. Dieci anni dopo viene punita. Ma perché prendersela anche con il figlio? Forse c’era una sorta di spiegazione biblica: occhio per occhio, dente per dente? Non aveva senso. Se avessero voluto usare il figlio per ferire lei avrebbero dovuto ucciderlo per primo.

«La madre non si è costituita subito perché voleva proteggerlo» ipotizzai. «Per questo non si è fermata. Forse basta a ritenere responsabile anche lui.»

Hawthorne rifletté in silenzio per un istante – ma non sulle mie parole. «Devo lasciarti solo un minuto» disse. «Ho già chiamato il 999, ma devo perlustrare l’appartamento.»

«Fa’ pure.»

Il fatto curioso è che ricordavo quel particolare dalla nostra collaborazione per la serie Injustice. Stavamo analizzando una scena del primo episodio, quella in cui l’attivista per i diritti degli animali viene trovato morto in una fattoria. In quell’occasione Hawthorne mi spiegò che quando si scopre un cadavere la priorità per l’agente o il detective che interviene sulla scena è salvaguardare la propria incolumità. È in pericolo? L’aggressore è ancora sul posto? Prima di tutto deve accertarsi di essere al sicuro. Poi va alla ricerca di possibili testimoni… Un esempio classico, il bambino nascosto nell’armadio o sotto il letto.



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