Esperti di troppo by Ivan Illich

Esperti di troppo by Ivan Illich

autore:Ivan Illich
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2013-11-05T23:00:00+00:00


Il moltiplicarsi degli aspetti della medicina che sono ritenuti rilevanti per un buon esercizio della vita umana

Arriviamo cosi a quello che è, in un certo senso, il più radicale processo di «medicalizzazione della società». Ci riferiamo, semplicemente, al ruolo svolto dalla medicina nel creare una vita buona, o nell'evitarne una cattiva.

Il campo in cui sono maggiori le ripercussioni sociali della medicina è probabilmente quello, in rapida espansione, della genetica. In un Rapporto del 1974, a cura del governo degli Stati Uniti, si indicava che la lista dei disturbi genetici attualmente riconosciuti comprende quasi duemila casi, causati da un unico gene, e va aumentando a un ritmo di 75-100 nuovi casi identificati ogni anno. I disturbi causati da più geni o da difetti cromosomici, come la sindrome di Down, non rientrano nella lista, che quindi sarebbe ancora più lunga. Non sono nemmeno comprese le condizioni patologiche in cui la componente genetica è solo sospetta, e nemmeno gli effetti mutagenici — ancora sostanzialmente sconosciuti dell'esposizione a vari fattori ambientali. Non sorprende più di tanto, alla luce di questi dati, che un articolo del novembre 1974 della American Medicai Association abbia ipotizzato — con una stima per difetto — che, a quanto suggeriscono gli attuali studi, i difetti cromosomici si verifichino in un caso per ogni duecento individui nati vivi. Questo mi suggerisce, sul piano sociologico, la seguente previsione: qualsiasi società che, per una qualunque ragione, si trovi ad affrontare un tasso di natalità in declino, non potrà che preoccuparsi maggiormente della qualità delle vite che verranno a essere prodotte. E benché l'intero processo inizi, inevitabilmente, da un atto di esclusione — per cui scegliamo di non avere dei figli con certi difetti genetici —, il passaggio successivo è rappresentato dalla selezione di certe caratteristiche ritenute degne di essere privilegiate; o, per lo meno, dalla protezione dell'individuo e della società rispetto a determinate caratteristiche negative. E la responsabilità di queste scelte — che lo si ammetta oppure no — ricadrà nell'alveo della medicina e delle professioni sanitarie.

Almeno in una certa misura, questa espansione della medicina sino alla diretta gestione dei problemi della vita umana è frutto di consapevolezza. È del tutto eloquente, al riguardo, il discorso presidenziale tenuto dal dottor P. Henderson, nel 1971, al cospetto del British School Health Service Group. Nel suo intervento, Henderson esortò apertamente i colleghi a occuparsi dei seguenti «problemi sanitari»:

* la povertà e le condizioni abitative disagiate;

* i problemi emotivi e comportamentali;

* i fenomeni di disadattamento;

* la delinquenza giovanile;

* la tossicodipendenza;

* il suicidio;

* l'assistenza minorile;

* le malattie sessualmente trasmissibili;

* le gravidanze indesiderate tra le adolescenti;

* l'aborto.

A queste voci, su cui pose particolare attenzione, Henderson aggiunse problemi più tradizionali come quelli dei bambini con deficit visivi, uditivi o fisici, e quelli con patologie del linguaggio; gli epilettici, i diabetici, gli asmatici, i dislessici, quelli con ritardo di tipo psicologico, intellettuale o nel percorso scolastico. Viene da chiedersi, alla fine di un elenco del genere, chi o che cosa si salvi.



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