Figure 2 by Gérard Genette

Figure 2 by Gérard Genette

autore:Gérard Genette [Genette, Gérard]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Seuil
pubblicato: 1979-10-01T22:00:00+00:00


Del linguaggio poetico cosí inteso – che sarebbe forse meglio chiamare il linguaggio allo stato poetico, o lo

stato poetico del linguaggio – diremo senza troppo forzare la metafora, che è il linguaggio allo stato di sogno, e si sa bene che il sogno in rapporto alla veglia non è uno scarto, anzi il contrario... ma come dire quello che è il contrario di uno scarto? In verità ciò che si lascia piú giustamente definire dallo scarto, come scarto, non è il linguaggio poetico, bensí proprio la prosa, l'orario soluta, la parola disgiunta, il linguaggio stesso come divergenza e disgiunzione dei significanti, dei significati, dei significante e del significato. La poesia sarebbe sí allora, come dice Cohen (ma in senso diverso, o piuttosto in direzione opposta), antiprosa e riduzione dello scarto: scarto scartato, negazione, rifiuto, oblio, annullamento dello scarto, di quello scarto che costituisce il linguaggio;

[Questo rimando dallo scarto stilistico agli scarti costitutivi di ogni linguaggio può apparire sofistico. Vogliamo semplicemente, sfruttando quest'equivoco, attirare (o riportare) l'attenzione sulla reversibilità dell'opposizione prosa/poesia e sull'artificio essenziale della « lingua naturale». Se la poesia è scarto in rapporto alla lingua, la lingua è scarto in rapporto a tutte le cose, e in particolare a se stessa. De Brosses designa con questo termine la separazione, secondo lui progressiva (e spiacevole), nella storia delle lingue, tra oggetto, idea e significanti (fonici e grafici): «Per quanti scarti vi siano nella composizione delle lingue, per quanta parte possa avervi l'arbitrario... »; «Quando si penetra questo difficile mistero (dell'unione, nella lingua primitiva, dell'essere reale”, dell'idea, del suono e della lettera), non ci si stupisce, progredendo nell'osservazione, di riconoscere a quale eccesso queste quattro cose, dopo essersi cosí avvicinate a un centro comune, si discostino di nuovo attraverso un sistema di derivazione... » (Traité de la formation mécanique des langues, Paris 1765, pp. 6 e 21. Il corsivo è nostro).]

illusione, sogno, utopia necessaria e assurda d'un linguaggio senza scarto, senza iato – senza difetto.



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