Fino a Marte e ritorno (Italian Edition) by Anna Nicoletto

Fino a Marte e ritorno (Italian Edition) by Anna Nicoletto

autore:Anna Nicoletto [Nicoletto, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2022-03-08T04:00:00+00:00


18

Jace

Mi rigiro nel letto. Lo spazio tra le meningi e la scatola cranica pulsa senza pietà. Sono in quella fase in cui non sei sicuro di essere sveglio ma preghi di non esserlo, perché i tuoi ultimi riferimenti esterni non hanno alcun senso.

«È sveglio.» Un dito mi solleva la palpebra sinistra. La luce aggredisce la mia povera pupilla impreparata. «Io vado, Gabrielle. Se hai bisogno, telefonami.»

«Grazie, Priya» risponde una voce femminile. «Sono in debito con te.»

Conosco quella voce.

Apro gli occhi di scatto e, a tentoni, mi metto seduto.

Dalla visuale sfocata e indistinta emergono gradualmente i particolari. La sagoma che metto a fuoco appartiene a una ragazza. Ha i capelli castani, un viso dolce e gli occhi più invasivi che io abbia mai incrociato.

«Gabi?» Il suono che esce dalla gola non assomiglia affatto alla mia voce. Deglutisco a fatica. Ho della sabbia in bocca?

Un bicchiere d’acqua mi si materializza sotto il naso. «Ben svegliato.»

Ignorando la confusione mentale, assecondo l’istinto e lo porto alle labbra. L’acqua scende nell’esofago, donandomi sollievo immediato. Che accidenti ho combinato ieri sera, per essermi ridotto in questo stato?

Mi costringo a setacciare la memoria alla ricerca dei ricordi.

Sono certo di essere rientrato al dormitorio dopo gli allenamenti in piscina, gli ultimi prima della partita. Giochiamo contro la Southern California. È solo un’amichevole, ma dovremo batterli per tenere alto l’umore del coach e la nostra reputazione nel campionato. Ma soprattutto l’umore del coach.

Una volta al dormitorio, i miei compagni di squadra hanno sistemato le loro cose nelle stanze e poi sono scesi al pigiama party per vedere che aria tirava, io invece sono rimasto da solo nell’alloggio. Volevo telefonare a Constance. Con una scusa più patetica dell’altra, da giorni continua a rimbalzare i miei tentativi di darci il colpo di grazia. Insomma, stiamo parlando di una storia di pochi mesi al college, di cui la metà trascorsi lontani tra pause estive e invernali e le mie trasferte sportive nei weekend.

Solo che lei non ha risposto alle mie chiamate nemmeno ieri sera.

Così, a corto di alternative, mi sono infilato la maglietta di Star Wars e dei pantaloncini corti e sono sceso a cercarla giù nella sala ricreativa, alla festa.

«Ero al pigiama party» rifletto a voce alta.

«Oh sì» annuisce Gabi, «c’eri.»

Stringo le palpebre, concentrandomi per mandare avanti i ricordi, ma da lì in poi… vuoto. Trovo solo musica, buio e sudore.

E una paura micidiale, seguita dalla sensazione più frastornante che abbia mai provato. Il posto giusto, il momento perfetto. E Gabi.

«C’eri… anche tu, ieri sera?»

«Mh-mh.»

«E io ho detto… ho fatto…» qualcosa di cui dovrei scusarmi? Cristo, perché non ricordo niente? Appoggio il bicchiere sul comodino. Non è il mio. Non sono nella mia stanza.

«Sono sul tuo letto? Perché? Noi due, io e te – abbiamo…»

Ti prego, dimmi di no.

Se è successo, se per miracolo è successo, non voglio averlo dimenticato.

Gabi mi concede un lieve sorriso, prima di farsi seria. «Abbiamo dormito. Solo dormito. Riesci ad alzarti? Ho preso la colazione, mentre riposavi.»

Ha preso la colazione mentre riposavo? In che razza di realtà alternativa mi sono svegliato? Scosto le coperte e appoggio i piedi sul pavimento.



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