Genesi dell'antisemitismo by Isaac Jules

Genesi dell'antisemitismo by Isaac Jules

autore:Isaac Jules [Isaac, Jules]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2022-10-01T22:00:00+00:00


Nel mondo bizantino

È con l’Oriente cristiano che deve logicamente cominciare la nostra indagine. Solo là – dove anzitutto la pressione accentuata dei barbari sembrava irresistibile – l’Impero è sopravvissuto, l’Impero romano, destinato dalla sua stessa condizione e dalla forza delle circostanze a mutarsi in Impero greco, che gli storici – dal primo nome della sua capitale (Bisanzio) – hanno denominato bizantino.

Dunque, là c’è stata continuità, non sconvolgimento, non caos, che è quello che si deve accertare riguardo alla politica applicata agli Ebrei.

Questa politica, si è visto, era, dopo la rivoluzione costantiniana, il frutto degli sforzi combinati della Chiesa e della Stato, poiché la Chiesa ne era la principale ispiratrice. Ma, nell’Impero romano d’Oriente, lo Stato ha subìto trasformazioni piuttosto profonde, e nello stesso tempo le relazioni della Chiesa e dello Stato ne sono state piuttosto profondamente colpite. Il potere imperiale si è rialzato con una grandezza sacra, divina – e queste parole prendono allora un significato ben più forte che al tempo dell’Impero pagano. Autocrati venerati come eletti da Dio, incoronati da Dio, i sovrani di Bisanzio si sono arrogati una buona parte del potere spirituale insieme con la totalità del potere temporale; essi hanno ridotto di tanto la parte dell’autorità ecclesiastica. Tranne rare eccezioni, non è più la Chiesa a dirigerli, ma sono loro che hanno preteso di dirigere la Chiesa e di imporle le loro vedute. L’onnipotenza imperiale a Bisanzio, teoricamente senza limiti, in realtà ha subìto delle limitazioni solo dall’ippodromo e dalle sue sommosse, dagli intrighi e dalle rivoluzioni di palazzo e dall’assassinio.

Imperatori romani, questi onnipotenti ereditavano, dalla tradizione fondata nel IV secolo e che aveva preso forma all’inizio del V secolo nella legislazione codificata sotto il regno di Teodosio II, il Codice Teodosiano (438) al pari dei canoni conciliari (concilio di Calcedonia, canone 14, anno 451). Si avrebbero dunque valide ragioni per pensare che il sistema di umiliazione abbozzato in quel Codice e in quei canoni non abbia smesso di essere praticato, messo a punto, perfezionato – se si può dire –, e di concludere che la situazione approntata agli Ebrei nell’Impero d’Oriente sia divenuta rapidamente insostenibile. Ciò non è completamente falso, e tuttavia non è o non sembra che parzialmente vero. Così si spiegano sorprendenti divergenze di opinioni tra gli storici a questo riguardo, poiché gli uni affermano che «nell’Impero romano d’Oriente l’esistenza [degli Ebrei] è stata sempre infelice»,266 e gli altri sostengono al contrario che, nell’insieme, «la situazione degli Ebrei appare migliore nell’Impero d’Oriente che in tutti gli altri paesi cristiani nel Medio Evo».267 Forse è saggio astenersi da ogni affermazione generalizzata, e limitarsi a considerare i fatti, le realtà, nella misura in cui essi possono essere conosciuti.

***

Che l’ostilità dello Stato cristiano verso gli Ebrei e l’ebraismo non si sia smentita, lo prova il VI secolo con l’abbondante legislazione del grande imperatore Giustiniano (527-565), restauratore (per qualche tempo) dell’unità imperiale.

Secondo la tradizione stabilita dopo Costantino, Giustiniano e i suoi giuristi per designare gli Ebrei usano solo i termini più sprezzanti: i peggiori degli uomini, precisa la Novella 45.



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