I Medici by Alexandre Dumas

I Medici by Alexandre Dumas

autore:Alexandre Dumas [Dumas, Alexandre]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-10-05T12:00:00+00:00


IL RAMO CADETTO

Cosimo I

Accadde anche a Cosimo ciò che di solito accade a tutti gli uomini di genio che salgono al potere dopo una qualche rivoluzione: posati i piedi sul primo gradino del trono ricevono condizioni, ma raggiunta la sommità dello scranno sono loro che le impongono.

La situazione era difficile. Bisognava lottare al tempo stesso contro i nemici all’interno e contro i nemici all’esterno; si doveva adottare un governo solido, esercitare un potere unitario e dimostrare una volontà ferma contro tutti quegli atteggiamenti, fiacchi o tirannici, che si opponevano tra loro danneggiandosi a vicenda; si dovevano frenare tutte quelle ambizioni che provenivano tanto dall’alto quanto dal basso e dalle quali scaturiva quell’eterno flusso e riflusso di aristocrazia e democrazia su cui era impossibile fondare qualcosa di sicuro e durevole. Ma era anche necessario salvaguardare la libertà di tutti i cittadini affinché né nobili, né borghesi, né artigiani si accorgessero di avere un padrone, e quindi bisognava domare questo cavallo, ancora indocile al potere assoluto, con mano di ferro in guanto di velluto.

Cosimo era la persona giusta per compiere l’impresa:1 dissimulatore come Luigi XI, appassionato come Enrico VIII, coraggioso come Francesco I, perseverante come Carlo V e magnifico come Leone X. Ma accanto alle virtù che rendono splendida la vita pubblica, Cosimo possedeva anche tutti i vizi che rendono nera la vita privata, e di conseguenza il suo popolo fu fortunato, mentre disgraziata fu la sua famiglia.

Per quanto riguarda l’aspetto cupo della sua esistenza cominciamo col dire che Cosimo aveva cinque figli e quattro figlie. I maschi erano Francesco, che regnò dopo di lui, Ferdinando, che succedette a Francesco, don Pietro, Giovanni e Garzia. Nulla dirò di un altro Giovanni che visse solo un anno, e per quanto riguarda le femmine dirò che si chiamavano Maria, Lucrezia, Isabella e Virginia.2

Ora vediamo come la morte si insinuò in questo vasto lignaggio, e innanzitutto diciamo che vi entrò con un fratricidio come aveva fatto nella famiglia antica.

Giovanni, che aveva solo diciannove anni ed era già cardinale, e Garzia, che non aveva altra prerogativa all’infuori d’essere il preferito di sua madre Eleonora di Toledo, erano andati a caccia nella Maremma. Il resto della corte si trovava a Pisa, dove Cosimo, che un mese prima aveva istituito l’Ordine di Santo Stefano, era andato a farsi riconoscere Gran Maestro.

I due fratelli che da tempo si guardavano con una certa ostilità – Garzia contro Giovanni perché era il pupillo di suo padre e Giovanni contro Garzia perché era il più amato dalla madre – cominciarono a litigare per un capriolo che ognuno dei due pretendeva di aver ucciso. Nel fervore dell’accesa discussione Garzia colpì il fratello con il suo coltello da caccia e Giovanni, ferito a una coscia, cadde a terra e chiamò aiuto. Accorsero gli uomini che accompagnavano i due principi e trovarono Giovanni da solo e sanguinante, lo portarono a Livorno e fecero arrivare al granduca la notizia dell’incidente. Cosimo si precipitò a Livorno, e poiché aveva conoscenze mediche curò da sé l’adorato figliolo che



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