Il declino dell'impero americano (2014) by Sergio Romano

Il declino dell'impero americano (2014) by Sergio Romano

autore:Sergio Romano [Romano, Sergio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Longanesi & C.
pubblicato: 2015-05-14T16:00:00+00:00


TROPPO GRANDE PER FALLIRE?

Tra le crisi dell’America e quelle degli altri protagonisti dell’economia mondiale esiste una importante differenza. La moneta stampata dagli Stati Uniti è ancora, anche se meno di qualche anno fa, la moneta del mondo. Quando s’indebitano, gli Stati Uniti lo fanno in dollari, vale a dire in una valuta stampata nelle loro zecche e di cui possono, entro certi limiti, controllare il valore. Dopo la crisi del 2008, la Cina si è certamente chiesta che cosa sarebbe accaduto del suo enorme credito. Ma che cosa sarebbe accaduto se avesse deciso di alleggerire il proprio portafoglio vendendone almeno una parte sui mercati internazionali? Se l’iniziativa del maggiore creditore degli Stati Uniti avesse provocato una reazione a catena, quale sarebbe stato il valore delle obbligazioni che ancora restavano nei suoi forzieri? Nel 2012 la Cina ha venduto agli Stati Uniti merci per un valore di 425.578 milioni di dollari con un attivo della bilancia commerciale pari a 315.095 milioni. Che cosa accadrebbe del commercio cinese se gli Stati Uniti precipitassero in una recessione comparabile a quella provocata dal crac del 1929? E le stesse considerazioni, beninteso, valgono per tutti i partner commerciali degli Stati Uniti nel mondo.

L’economia, d’altro canto, è soltanto uno dei fattori che contribuiscono a determinare il peso e il credito internazionale di un grande paese. Gli Stati Uniti sono la maggiore potenza militare del pianeta. L’esercito, la marina e l’aeronautica degli Stati Uniti hanno basi, installazioni, scali e radar in Afghanistan, Arabia Saudita, Australia, Bahrein, Bulgaria, Corea del Sud, Cuba (Guantanamo), Diego Garcia, Emirati Arabi Uniti, Germania, Giappone, Gibuti, Gran Bretagna, Grecia, Groenlandia, Guam, Israele, Italia, Kirghizistan, Kosovo, Kuwait, Oman, Paesi Bassi, Pakistan, Portogallo, Qatar, Singapore, Turchia. Queste basi rappresentano una minaccia per alcuni paesi, un fattore di sicurezza per altri, una imprescindibile realtà per tutti. Che cosa accadrebbe se gli Stati Uniti si ritirassero all’interno delle proprie frontiere? A quali e quanti assestamenti dovremmo prepararci? Nessun paese responsabile può desiderare il subitaneo collasso della potenza americana. Di fronte al grande spettacolo americano siamo una captive audience, una platea prigioniera, libera di guardare, ma alquanto limitata nella sua capacità di reagire. La crisi dell’America non può cominciare che da se stessa.



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