Il Dittatore by Giampaolo Pansa

Il Dittatore by Giampaolo Pansa

autore:Giampaolo Pansa
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788858697801
editore: Rizzoli
pubblicato: 2019-06-24T22:00:00+00:00


In realtà l’avventura di Siri durò molto a lungo. Lui aveva un difensore quasi impassibile e ben deciso a fargli scudo: Salvini. Scommetto che il futuro Dittatore è stato il padrone delle scelte di Siri, come lo è stato poi con un altro sottosegretario, il genovese Edoardo Rixi. Senza avere alle spalle l’ombra di Matteo, forse il povero sottosegretario avrebbe gettato la spugna. Pronunciando la formula magica che abbiamo ascoltato da migliaia di politici nella sua stessa condizione. Eccola: «Sono sicuro della mia innocenza, non merito di essere accusato di corruzione, ma come parlamentare e sottosegretario mi affido alla magistratura italiana. E rispetterò le sue decisioni».

Sarebbe andata così in un paese normale. Ma l’Italia di oggi non è più una nazione come le altre in Europa. Qui siamo alle prese con un duello incessante tra poteri politici che si combattono con ferocia anche quando stanno insieme nello stesso governo. Nel caso di Siri, la sfida è stata aperta dai 5 Stelle. Secondo l’accusa di corruzione Siri avrebbe intascato una tangente di trentamila euro o avrebbe sperato di ottenerla. Questo per Di Maio e compagnia rendeva impossibile la permanenza del leghista al governo. La cifra era quasi ridicola a confronto con il volume di affari della Casta politica. Eppure i grillini lo volevano fuori dal governo. Ma Siri, forse anche suo malgrado, ha trovato un protettore che non arretra davanti a nessuno: Salvini.

Nel difenderlo, il Capitano leghista si è mostrato più inflessibile di sempre. Ogni volta che si imbatteva in un giornalista affrontava di sua iniziativa il caso Siri e ripeteva con testardaggine che non doveva lasciare l’incarico di sottosegretario.

Per quale ragione? L’unica ipotesi razionale è che volesse dimostrare di essere il big politico più forte nell’alleanza gialloverde e stesse mettendo alla prova la resistenza dei suoi alleati. In attesa di uscire del tutto allo scoperto e di entrare a Palazzo Chigi con la forza del vincitore che ha deciso di fare dell’Italia una repubblica sotto tutela. Il primo passo per costruire il suo potere autoritario.

Per settimane non abbiamo saputo come sarebbe finita l’avventura di Siri. Ma avevo la sensazione che per lui si sarebbe conclusa male. Se sarà assolto dall’accusa di corruzione, tutti diranno che il merito è del roccioso Salvini. Se è davvero un corrotto per appena trentamila euro, molti penseranno: questo Siri è proprio un bamboccione. Già che c’era poteva intascare un bottino ben più importante.

Un lettore mi aveva chiesto che cosa avrei fatto al posto di Armando Siri. Sono stato schietto: colpevole o innocente, mi sarei dimesso e non avrei più avuto rapporti con nessun partito politico italiano. Per lui esisteva tuttavia il problema di quale professione fare per mantenere un decente tenore di vita. Alla domanda ne seguiva un’altra: se non si ha un mestiere, si è in grado di inventarsene uno? Oggi a quarantotto anni si è ancora giovani. Dunque si faccia coraggio, signor Siri! La sua avventura umana non è affatto conclusa.



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