Il fascismo e gli ebrei by Enzo Collotti

Il fascismo e gli ebrei by Enzo Collotti

autore:Enzo Collotti [Collotti, E.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858100660
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2006-10-02T16:00:00+00:00


Continuità e salto di qualità: l’occupazione tedesca e la Repubblica sociale italiana

L’occupazione tedesca dell’Italia all’atto dell’annuncio dell’armistizio concluso con Gran Bretagna e Stati Uniti l’8 settembre del 1943 sorprese gli ebrei italiani e quelli stranieri che si erano rifugiati in Italia senza che essi si fossero resi conto nelle settimane del governo Badoglio del pericolo che una rottura dell’alleanza con la Germania avrebbe potuto rappresentare per la loro sorte. Ben pochi avevano realizzato la possibilità che anche l’Italia fosse ricompresa nell’area operativa della «soluzione finale». Se la maggioranza degli ebrei italiani si salvò, in una misura sicuramente superiore a quanto accadde ad altre comunità dell’Europa occidentale, ciò fu dovuto in parte a ragioni casuali, in parte maggiore alle molteplici possibilità di sottrarsi alle razzie dell’occupante create dalle diverse forme di aiuti individuali o istituzionali, ai quali accenneremo più avanti, non certo alla mancanza di iniziativa e di zelo del nuovo apparato fascista repubblicano, che viceversa tenne a sottolineare, tra gli elementi di continuità con la fase passata del regime del ventennio, l’ulteriore esasperazione della campagna contro gli ebrei, che faceva parte altresì dei fattori costitutivi di un vero e proprio processo di nazificazione del fascismo di Salò.

Sotto questo profilo si può anticipare sin d’ora che senza la collaborazione attiva delle autorità politiche e di polizia della RSI la deportazione degli ebrei dall’Italia verso i campi di sterminio non sarebbe stata assolutamente possibile. Se si eccettua infatti la razzia nel ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, che fu volutamente eseguita dagli organi della polizia tedesca senza coinvolgere reparti italiani, la maggior parte degli interventi contro gli ebrei furono opera congiunta delle forze occupanti e dei servizi italiani, i quali ultimi assunsero essi stessi non di rado l’iniziativa, mossi da servilismo verso i tedeschi, da avidità affaristica soprattutto nella rapina dei beni ebraici o da vero e proprio fanatismo razzista.

Prima ancora di ripercorrere le misure politico-amministrative con le quali la RSI sottolineò il suo intervento nella questione ebraica è opportuno ricordare come l’antisemitismo abbia rappresentato uno dei punti programmatici anche del nuovo fascismo repubblicano e un capitolo rilevante nella pubblicistica e nella propaganda della RSI, come ha rilevato di recente Luigi Ganapini nel suo libro sulla Repubblica delle Camicie nere. Radicato o meno che fosse nella cultura fascista, nel momento di rifondazione e di rilegittimazione del fascismo repubblicano l’antisemitismo tornò ad essere una carta spendibile per la definizione dei connotati del fascismo di Verona. Anche indipendentemente dal Manifesto di Verona, che tuttavia di fatto rappresentò i principi di una costituzione materiale della RSI, le parole d’ordine antisemite entrarono a pieno titolo nel patrimonio politico-ideologico con il quale il fascismo di Salò si poneva non solo in continuità con il vecchio fascismo ma anche in polemica con quella parte della tradizione fascista di cui si auspicava la rigenerazione e la rivitalizzazione al di fuori dei compromessi con la monarchia e appunto con i circoli massonici e giudaici, che erano accomunati nella congiura che aveva colpito a morte il fascismo del ventennio.

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