Il killer delle fiabe: Libro primo by Re Roberto

Il killer delle fiabe: Libro primo by Re Roberto

autore:Re, Roberto [Re, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
pubblicato: 2013-11-18T23:00:00+00:00


Morena parcheggiò l’auto davanti a casa quando i primi fiocchi di neve sempre più pesanti cominciavano ad attecchire sull’asfalto. I tergicristalli si muovevano ritmicamente sul parabrezza, rendendo il vetro pulito e la visuale sicura. Controllò l’ora; erano le sei e un quarto. Sopra di lei, il rombo del motore di un aereo che a bassa quota avanzava lentamente sopra il centro abitato di Caselle, diretto alla pista di atterraggio dell’aeroporto Sandro Pertini, la distolse dai pensieri che l’avevano accompagnata per tutto il viaggio. Nonostante abitasse lì da anni, sentire un bolide volante passare di poco sopra il centro abitato era sempre una sensazione strana. Ormai il paese era abituato a quel costante traffico in fase di atterraggio, ma ogni volta si alzavano meccanicamente gli occhi verso il cielo. In molti di loro era ancora vivo il ricordo dell’incidente del 1996, quando un vecchio Antonov 124 di fabbricazione russa si schiantò contro una cascina, provocando la morte di quattro persone. Ed era anche andata bene.

Rimase seduta per un paio di minuti a guardare la strada deserta davanti a sé, lasciando il motore acceso e il condizionatore che tirava aria calda. Nessun’altra macchina percorreva la strada, che si trovava all’interno del paese e non era una strada di passaggio trafficata, nessun pedone che sfidava il freddo che si era fatto pungente e che, con l’avanzare della sera, aumentava d’intensità. Alla fine decise: rimise in moto la macchina e fece inversione.

Aveva visto come era cambiata l’espressione sul volto di Luca quando il discorso si era concentrato sulla famiglia della vittima, e aveva visto qualche fantasma del passato emergere nuovamente nel suo sguardo. Non voleva lasciarlo solo, pur non avendo mai saputo con precisione cosa era successo nel suo passato per renderlo così. Le spiegazioni di lui erano sempre state vaghe, e lei non aveva mai voluto insistere.

La strada che portava verso Lanzo a quell’ora non era particolarmente trafficata, e dopo meno di venti minuti superò il cartello che indicava l’ingresso in città costeggiando la ferrovia. Non aveva voluto chiamarlo perché era sicura che avrebbe trovato una scusa per evitare di vederla, quindi arrivò nella piazza centrale del paese dove c’era una pizzeria al taglio ed entrò, portando via alcuni tranci tiepidi di pizza farcita che si trovavano pronti sul bancone senza farli scaldare ulteriormente. Evitò di prendere le birre, consapevole che ne avrebbe trovata una discreta scorta nel frigorifero dell’uomo, e ripartì in direzione della piazza della parrocchia, dove parcheggiò la macchina.

La discesa di ciottoli di porfido della stradina dell’alto centro storico era resa viscida dal sottile strato di neve scivolosa che vi si stava depositando, e percorse con attenzione quei duecento metri che la distanziavano dalla casa di Morelli con, in mano, il pacchetto delle pizze ancora tiepido che le donava un piacevole tepore.

Avvicinandosi vide che la luce della cucina era spenta, ma quella della camera da letto filtrava dalle fessure delle imposte chiuse.

Arrivata alla porta suonò il campanello. Attese alcuni istanti prima di sentire la voce di Luca chiedere chi fosse, e le sembrò di avvertire una leggera nota di fastidio nella sua voce.



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