Il Mostro di Firenze by Mario Spezi

Il Mostro di Firenze by Mario Spezi

autore:Mario Spezi
La lingua: ita
Format: mobi, azw3, epub
Tags: Mostro di Firenze, Serial murders, trascritto
editore: Sonzogno
pubblicato: 1983-03-14T23:00:00+00:00


6. “LA MORTE E LA BUSSOLA”

Entra nell’inchiesta, e verrebbe da dire “in scena”, un personaggio che sembra disegnato secondo i più noti stereotipi di un regista di horror inglese. Delle figure cinematografiche o romanzesche che si muovono tra le nebbie stagnanti sopra il Tamigi ha l’aspetto e i tic, un fastidioso odore di macabro e anche l’involontario humour. Ma il “dottor” Carlo Santangelo, sfidando il pregiudizio che vorrebbe per forza ambientare tipi come lui solo nel paesaggio di una cultura anglosassone, si muove invece vicino all’Arno, tra gli ulivi e le vigne della campagna toscana e se proprio ha voglia di fare due passi tra i cipressi allora preferisce sicuramente quelli di un cimitero. Naturalmente solo di notte.

Fiorentino, trentasei anni, gradevole aspetto, separato dalla moglie, amante della solitudine e quindi piuttosto introverso, il “dottor” Santangelo preferisce in genere vestirsi di nero. Che faccia giorno o sia notte porta sempre occhiali con lenti scure e quasi sempre stringe nella mano sinistra una valigetta la cui foggia indica chiaramente che il proprietario è un medico.

“Medico legale - Aiuto all’Istituto di Medicina Legale di Firenze - Aiuto all’Istituto di Medicina Legale di Pisa - Perito settore” si legge in alto a sinistra della sua carta intestata. Si direbbe quindi che il “dottor” Santangelo per mestiere sezioni cadaveri. Nell’inseparabile valigetta porta sempre con sé i ferri del mestiere, alcuni affilatissimi e lucidissimi bisturi. Chissà, forse pensa, potrebbe capitare di dovere fare un’autopsia all’improvviso e farsi trovare impreparato sarebbe, per uno del mestiere, disdicevole.

Il “dottor” Santangelo sembra piuttosto irrequieto e invece di mantenere una stabile dimora, preferisce soggiornare ogni volta per pochi giorni o poche settimane in alberghi o residences in piccoli centri vicino a Firenze. Il fatto è che a lui non piacciono per niente i cimiteri grandi, come sono appunto quelli delle grandi città. Adora invece quelli piccoli, più raccolti, per così dire più intimi. Perché, è difficile a spiegare. Certo è che quando il “dottor” Santangelo sceglie i suoi alberghi li preferisce vicino ai camposanti. Se poi c’è una camera con vista sulle tombe, allora per lui non c’è Grand Hotel che possa reggere al confronto.

Per quella che lui dice essere la sua professione, naturalmente è facile vedere il “dottor” Santangelo nei corridoi dell’istituto di medicina legale di Careggi, aggirarsi con il suo camice bianco tra i tavoli di zinco delle sale di anatomia, entrare e uscire dalle camere mortuarie. Il suo volto caratterizzato dalle spesse lenti nere che gli coprono lo sguardo è familiare a infermieri, medici e personale dell’O.F.I.S.A., la più nota ditta di funerali di Firenze.

Solo che il “dottor” Santangelo non è medico legale. Meglio, non è medico per niente. È un perito chimico che dovrebbe maneggiare acidi e provette piuttosto che bisturi e cadaveri. Invece lui, sembra, ha maneggiato anche vivi a sentire quella testimonianza piuttosto preoccupante in base alla quale una volta fu sentito l’altoparlante dentro l’ospedale di Careggi avvertire che “il dottor Santangelo è atteso con urgenza in sala operatoria”.

Ovviamente il “medico” dagli occhiali neri prescrive



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