Il suo ultimo respiro by Castillo Linda

Il suo ultimo respiro by Castillo Linda

autore:Castillo, Linda [Castillo, Linda]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: TimeCrime
pubblicato: 2014-11-25T16:00:00+00:00


15

Chiunque abbia lavorato in polizia, o segua una serie poliziesca, sa che le quarantott’ore immediatamente successive a un crimine sono le più importanti per risolvere l’indagine. Molti agenti lavorano senza sosta in quei primi giorni, sapendo che le probabilità di trovare il colpevole diminuiscono di minuto in minuto. In questo caso la mia tattica non è differente. Ho rincorso l’orologio per tutto il giorno, e nonostante i miei sforzi quasi certamente non riuscirò a cenare con Tomasetti. Capirà, perché anche lui è un veterano di questo mestiere, ma ciò non significa che gli farà piacere. La cosa non migliorerà il mio, di umore, ma almeno mi darà un altro po’ di tempo per scegliere una risposta, nel caso riprenda l’argomento della nostra convivenza.

Lo chiamo mentre sto andando alla fattoria dei Borntrager e gli do la notizia.

La prende da uomo. «Immagino che mi dovrò bere questa bottiglia di vino tutto solo.»

Rido sommessamente. «Non ti avvicinare troppo al laghetto. Non vorrei trovare la bottiglia vuota a riva e tu che galleggi a faccia sotto nella melma.»

«Qualcuno ti ha mai accusato di avere un senso dell’umorismo un po’ cupo?»

«Sei l’unico che lo apprezza.»

Tomasetti fa una pausa. «Qualche svolta nell’indagine?»

Gli racconto dell’incontro con Armitage e ripercorriamo il ragionamento fatto con Glock. «Puoi farmi un favore?» chiedo.

«Conosci già la risposta.»

«Mi servirebbero i verbali degli arresti per crimini d’odio; di entrambe le contee.»

«Nessun problema.» Sento in sottofondo una specie di esplosione attutita.

«Cos’era quello?»

«L’ho stappata. Meglio farla riposare qualche minuto.»

«Mi dispiace non riuscire ad assaggiarla.»

«Anche a me.»

Svolto sul tratto di strada senza uscita che porta alla fattoria. Riesco a malapena a distinguere le sagome di due calessi che si muovono nella mia stessa direzione.

«Se domani riuscirai a fuggire,» prosegue Tomasetti «c’è un ottimo cabernet californiano che ti aspetta nella mia dispensa.»

«Ci vediamo lì» rispondo. «Cascasse il mondo.»

«Speriamo di non arrivare a tanto.»

Chiudo la conversazione con un sorriso.

Parcheggio lungo il vialetto sul retro della fattoria, che sembra immersa nel sonno. Accanto al fienile sono affiancati due calessi. La grande porta è aperta, quindi presumo i vicini siano venuti a dare una mano. Il vescovo Troyer probabilmente se n’è andato a casa a riposare e a occuparsi delle sue incombenze. Stanotte su Mattie e David vigilerà un’altra famiglia.

Percorro il vialetto fino alla porta sul retro e busso. Mi apre una giovane donna con indosso un vestito grigio, un grembiule bianco e il tradizionale kapp da preghiera. Sgrana gli occhi quando vede l’uniforme. «Posso aiutarla?»

«Salve, mi chiamo Kate Burkholder.» Le mostro il distintivo. «Sono qui per vedere Mattie.»

La sua bocca si storce in una smorfia di disapprovazione, e mi chiedo se il mio passato sia ancora un argomento di conversazione, o se qualcuno mi abbia recentemente citata in maniera poco lusinghiera. «Mattie era distrutta dopo il funerale; sta riposando al piano di sopra.»

Sta cercando di negarmi il permesso di vederla senza essere apertamente scortese. «Non la disturberei in un momento del genere se non fosse importante.»

«Forse potrebbe passare più tardi?»

Getto un’occhiata oltre la sua persona e vedo una donna robusta



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