La scalata senza fine. Il muro della morte by Leni Gillman Peter Gillman

La scalata senza fine. Il muro della morte by Leni Gillman Peter Gillman

autore:Leni Gillman, Peter Gillman [Gillman, Leni Gillman, Peter]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2017-07-25T22:00:00+00:00


11. Infuriano le tempeste sugli uomini dell’Eiger

Quando Kor lasciò la buca al Bivacco della Morte per tornare alle delizie del Kleine Scheidegg l’11 marzo, allungò una borsa della tenda davanti all’entrata e la assicurò in posizione con una selezione di chiodi. Doveva proteggere Harlin e Haston da neve e spindrift, e infatti li sigillò efficacemente all’interno del rifugio. La buca nella neve era appena grande a sufficienza per ospitarli sdraiati fianco a fianco ma non c’era modo di allargarla, dato che le pareti erano già sottili come cialde, mentre il fondo era costituito dalla roccia nera impenetrabile dell’Eiger stesso. Così confinati, i loro sensi finirono per sintonizzarsi sui segnali e i rumori provenienti dal mondo esterno. Udirono i passi ovattati di Kor mentre si allontanava dalla buca, seguiti dagli schiocchi delle corde fisse quando discendeva. Non molto dopo le tempeste tornarono a infuriare, portando con loro il martellare del vento e il sibilo degli spindrift. Di tanto in tanto sobbalzavano nel sentire gli scricchiolii della cornice rocciosa che si spostava e si riassestava, ricordando loro che alla fine si sarebbe staccata dalla parete e rotolata giù – ma non fino a primavera, auspicabilmente.

Il tempo che peggiorava non confermò soltanto che non c’era alcuna prospettiva di scalare nell’immediato futuro, portò anche altre conseguenze.

Malgrado gli sforzi di Kor di bloccare l’entrata, ogni valanga soffiava gli sbuffi gelidi degli spindrift fino oltre la borsa della tenda. La verità era che l’entrata era troppo larga, conseguenza della frenesia con la quale la buca era stata scavata due giorni prima. Haston e Harlin aggiustarono la posizione della borsa e infilarono nelle fessure rimaste calze e guanti. Ma gli spindrift riuscivano comunque a passare, tanto dall’entrata quanto filtrando dalla roccia sul fondo della buca. Tutte le volte Harlin insisteva a voler spazzolare via la neve microscopica, per paura che avrebbe riempito i vestiti. La prima notte Haston venne svegliato alle due da Harlin che esclamava: «Cristo, Dougal, dobbiamo alzarci». Passarono un’ora a pulire tutta la neve, prima che Haston crollasse di nuovo a dormire. Alle cinque del mattino dovettero ripetere tutto un’altra volta.

Affrontarono anche altri problemi. Per poter fare il tè dovevano riempire un fornello prendendo la paraffina da un barattolo di plastica gialla della capacità di un gallone, molto scomodo da maneggiare. Ma non avevano alcun imbuto e l’operazione si rivelò quanto mai disagevole. Il fornello andava preriscaldato, cosa che di norma prevedeva l’uso di blocchetti granulosi bianchi chiamati Meta Fuel. Essendone sprovvisti Haston dovette usare una candela come sostituto. Non appena poggiava il fornello sulla neve la fiamma della candela tremolava e si spegneva, perché il freddo intenso impediva alla paraffina di vaporizzarsi. Così Haston decise di tenere una candela contro il fornello. Anche sciogliere la neve si rivelò problematico: a parte gli spindrift non ce n’era dentro la buca, e dovettero staccare dei pezzi di ghiaccio dal pavimento sotto la parete posteriore.

Le bevande furono preparate con due supplementi nutrizionali, Minivit e Calcitonic, la cui funzione era quella di ripristinare i sali minerali perduti.



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