La spia che cadde sulla terra by Ahron Bregman

La spia che cadde sulla terra by Ahron Bregman

autore:Ahron Bregman [Bregman, Ahron]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858428986
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Uno dei miei studenti, un egiziano che conosceva i Marwan, mi procurò l’indirizzo londinese di Ashraf. Presi una copia del mio nuovo libro, in cui suggerivo che Ashraf fosse una spia del Mossad e un doppio agente, sottolineai le pagine in questione e scrissi la dedica: «Ad Ashraf Marwan, eroe egiziano». Poi infilai il libro in una busta e glielo spedii tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, per sapere quando gli arrivava, lasciando anche tutti i miei recapiti – numero di telefono e indirizzo di casa – in modo che potesse contattarmi, se ne avesse avuto voglia. Infine aspettai con ansia una sua reazione, ma non accadde niente. Nessuna risposta.

Passarono due anni. Pubblicai un altro libro, A History of Israel. Ormai sapevo di non avere niente da perdere, cosí stavolta alzai l’asticella, e non di un centimetro, ma di parecchi. In un capitolo sulla Guerra del Kippur, senza fare nomi, parlai della misteriosa spia del Mossad dicendo che era «un parente stretto del presidente egiziano Nasser» e che il suo soprannome in Israele era «Il Genero»10. Una balla inventata per provocare Marwan. Come è ovvio, non bisognava essere un genio per concludere che la spia fosse lui, ma mi lasciai comunque una via di fuga, nel caso in cui se la fosse presa a male. A mia discolpa, decisi, avrei detto che in Israele «genero» era un termine gergale usato per riferirsi a qualsiasi tipo di spia, e non andava preso alla lettera come la descrizione di un legame di parentela. Come avevo fatto con Israel’s Wars, inviai una copia del libro all’indirizzo londinese di Marwan, con la stessa dedica – «Ad Ashraf Marwan, eroe egiziano» – e sempre tramite raccomandata. Aspettai con ansia una reazione. Ancora niente. Poi ci fu uno sviluppo imprevisto.

Il 2 dicembre 2002 il giornale egiziano «Sawt al-Ummah» chiese ad Ashraf Marwan di rispondere alla domanda: era lui la persona al centro del mio racconto? Non avevo la piú pallida idea di come avesse fatto una copia del mio libro ad arrivare fin lí, fatto sta che Marwan lo definí «una stupida storia di agenti segreti». Forse mi comportai in maniera un po’ infantile, ma la presi sul personale e mi sentii ferito e offeso. Al tempo stesso, però, ebbi la sensazione di aver scalfito la sua corazza; mi aspettavo che minacciasse di trascinarmi in tribunale per diffamazione, ma non lo fece, e interpretai quel comportamento come una debolezza, la conferma definitiva – di fatto un’ammissione – che la spia era davvero lui. Cosí, quando una giornalista egiziana di «Al Ahram al Arabi» mi telefonò dal Cairo, chiedendomi una replica alla dichiarazione di Ashraf Marwan, la invitai a venirmi a trovare a Londra.

Ci vedemmo da Starbucks, a Wimbledon. La giornalista, Halud el Gamal, si presentò e tirò fuori un elenco di domande che aveva preparato, ma io le ignorai e dissi ciò che volevo dire. Confermai che la persona che nel mio libro chiamavo «Il Genero» era proprio Ashraf Marwan, il genero del presidente Nasser. Alla



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