L'animale donna by Desmond Morris

L'animale donna by Desmond Morris

autore:Desmond Morris
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: General, Self-Help
ISBN: 9788852072895
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2016-04-25T22:00:00+00:00


XIV

Il seno

Il seno ha ricevuto più attenzioni erotiche dai maschi di qualsiasi altra parte del corpo femminile. Concentrare un’attenzione simile direttamente sui genitali sarebbe troppo estremo; su altre parti dell’anatomia non abbastanza estremo. Il seno è il perfetto mezzo, una zona tabù, ma non troppo.

Per questo, il seno è sempre stato chiamato con un sorprendente numero di eufemismi. Nel corso dei secoli, nella sola lingua inglese, sono stati contati non meno di 74 epiteti coloriti, compresi alcuni assai esotici come «grandi occhi castani», «gatta e gattini», «Timpani di Cupido», «Mele d’oro», «Mae West», «Lune del paradiso» e «Globi Gemelli». Ne esistono infiniti altri nel gergo di ogni paese e di ogni secolo.

Il seno della femmina umana ha due funzioni biologiche, una parentale e l’altra sessuale. Dal punto di vista parentale i seni si comportano come gigantesche ghiandole sudoripare che producono una forma di sudore altamente modificato chiamato latte. Il tessuto ghiandolare che produce il latte aumenta durante la gravidanza, rendendo i seni un po’ più grandi del normale, mentre i vasi sanguigni che nutrono questi tessuti diventano sempre più evidenti sulla superficie del seno. Quando il latte si forma, si muove lungo dei dotti verso particolari zone di immagazzinamento chiamate seni lattiferi. Questi sono posizionati al centro della mammella, dietro le macchie marrone scuro delle areole che circondano i capezzoli. Da questi seni partono quindici o venti piccoli condotti, i dotti lattiferi, che giungono ai capezzoli.

Quando un bambino succhia, prende in bocca l’intera areola oltre al capezzolo, e schiaccia la pelle scura tra le sue gengive, facendo uscire il latte. Se prende in bocca soltanto il capezzolo, allora c’è un problema, perché premere il solo capezzolo non fa uscire il latte desiderato e il piccolo può reagire alla frustrazione masticando il capezzolo, cosa che non fa alcun bene né alla madre, né al suo figlioletto. Anche una madre inesperta scoprirà ben presto di poter evitare il dolore provocato da queste fameliche attenzioni premendo una parte maggiore del seno nella bocca del bambino.

Le areole che circondano il capezzolo sono un dettaglio anatomico intrigante della specie umana. Nelle femmine vergini e nelle nullipare sono più o meno rosa, ma durante la gravidanza si modificano Circa due mesi dopo il concepimento cominciano a diventare più grandi e molto più scure, e quando comincia la lattazione di solito le areole sono diventate marrone scuro. Anche dopo lo svezzamento, non torneranno mai al loro originale, virginale rosa. La funzione delle areole sembra essere protettiva. Sono piene di ghiandole specializzate che secernono una sostanza grassa. All’occhio nudo, queste ghiandole ricordano la pelle d’oca, ma durante l’allattamento si ingrossano notevolmente, e allora vengono chiamate tubercoli del Montgomery. La loro secrezione aiuta a proteggere la pelle del capezzolo e quella che lo circonda, una sorta di crema di bellezza biologica assai necessaria.

Il latte prodotto dalle mammelle femminili contiene proteine, carboidrati, grasso, colesterolo, calcio, fosforo, potassio, sodio, magnesio, ferro e vitamine. Contiene anche diversi anticorpi che rendono il neonato più resistente alle malattie. Il latte di mucca è un



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