L'Armadio della vergogna by Franco Giustolisi

L'Armadio della vergogna by Franco Giustolisi

autore:Franco Giustolisi
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Non fiction, ePub, ebook
editore: www.nutrimenti.net
pubblicato: 2019-04-20T16:00:00+00:00


Paludi di Fucecchio (Pistoia): tre anni per 184 omicidi

23.8.1944

è la bilancia l’emblema della giustizia: colpa e pena in un equilibrio ideale. Ecco, mettete su uno dei piatti l’assassinio di 27 bambini, 63 donne e 94 uomini, per lo più vecchi. Fa 184 morti, (più 22 feriti). Sull’altro piatto: 3 anni di carcere, cioè 36 mesi, vale a dire 1095 giorni, un’età che alcuni di quei bimbi non avevano neanche lontanamente raggiunto. Neanche sei giorni per ogni vittima, attesta una macabra contabilità. Negli antichi fascicoli nascosti nell’Armadio della vergogna c’è anche di questo, una sentenza che grida sdegno, orrore, vendetta. La emisero il 23 settembre del 1948, a Firenze, cinque giudici militari italiani, un generale e quattro tenenti colonnelli. Giudicarono un loro collega, il maggiore delle SS Josef Strauch, uno dei responsabili della strage commessa il 23 agosto 1944 nella palude di Fucecchio, nel territorio del comune di Larciano, in provincia di Pistoia.

Sulla base di questa sentenza, fortunosamente ripescata, e del rapporto compilato da uno degli incaricati delle indagini alleate sui crimini di guerra, Vaughan C. Edmonson del War Office di Londra (il testo originale, in lingua inglese, è stato pubblicato in un libro a cura di Ivan Tognarini, ma mai tradotto), è possibile ricostruire dettagliatamente questo dramma, uno dei tanti che insanguinarono la Toscana, la regione più colpita, dove nazisti e fascisti uccisero almeno cinquemila civili.

Il processo: i cinque ufficiali, guidati dal generale di brigata Mario Bombagli, hanno davanti a loro il maggiore Josef Strauch, “detenuto dal 2 maggio del 1945, giorno della cattura e della resa del suo reparto all’autorità militare alleata”. Strauch, nato a Konigshutte il 7 luglio 1910, ufficiale della 26a Panzer division comandata dal generale Peter Edward Craseman, è accusato di “concorso in violenza con omicidio continuato contro privati cittadini perché senza necessità, per cause non estranee alla guerra, quale comandante di un battaglione di carri armati…”. Carri e militari tedeschi quel giorno di fine agosto circondano quello che i toscani chiamano il padule, lì si è rifugiato, per sfuggire alla guerra, un gran numero di persone. C’è anche uno sparuto gruppetto di partigiani, 20 o, al massimo, 30. Ma i repubblichini hanno messo in allarme i loro alleati in massacri sostenendo che si tratta invece di una consistente formazione, perlomeno decuplicata rispetto alla realtà. è scritto nella sentenza:

“Durante il rastrellamento, preceduto da tiri di artiglieria ed eseguito con impiego di carri armati e armi automatiche e con azioni individuali di truppe appiedate, nessuno dei partigiani è stato individuato e colpito. Viceversa soltanto contro inermi e pacifici contadini, molti dei quali vecchi, contro donne e contro bambini in tenerissima età e, addirittura di pochi mesi, i tedeschi hanno commesso atrocità aberranti e gesti di inumana barbarie… C’è il caso di un lattante cui, mentre trovavasi attaccato al petto materno, è stato spaccato il cranio con il calcio di un fucile, uccidendo anche la mamma con un colpo di pistola… il caso di necrofilia consumato sul cadavere ancora caldo di Silvestri Anita… Intere famiglie, inermi e pacifiche,



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