Le Spade del Giorno e della Notte by David Gemmell

Le Spade del Giorno e della Notte by David Gemmell

autore:David Gemmell [Gemmell, David]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-23T18:58:19+00:00


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222

Un’altra battuta di caccia era terminata con successo e Stavut si era seduto soddisfatto accanto al fuoco dove alcune fette di cacciagione stavano arrostendo.

Shakul e nove altri del suo branco erano stesi a terra poco lontano, a pancia piena, e dormivano saporitamente. Un secondo branco di diciotto Jiamads era ritornato in precedenza, condotto dal piccolo e grigio Grava, ed anch’essi avevano avuto successo. In effetti a Stavut gli era occorso un po’ di tempo per capirlo, perché il discorso di Grava era stato orribilmente distorto a causa della sua lingua troppo lunga, ed il mercante aveva dovuto sforzarsi parecchio per discernere il significato di ogni parola. Non era comunque rimasto sorpreso nel constatare che Grava era tornato con due Jiamads in più rispetto a quelli con cui era partito. Fra non molto, pensò Stavut, ogni Jem disertore della regione vorrà far parte del branco di Tunica di Sangue.

Sogghignò. La sua paura delle bestie da un po’ di tempo era sparita e, a dir la verità, aveva cominciato a trovarsi a suo agio insieme a loro ed aveva preso ad accompagnarsi con i Jiamads per periodi più lunghi. In un certo senso questo fu un bene. Kinyon e gli altri abitanti del villaggio avevano mostrato crescente preoccupazione e, nonostante tutti gli sforzi di Stavut, erano spaventati e si tenevano alla larga dalle enormi creature. Qualcuno aveva addirittura proposto di tornare al villaggio, nella speranza che, dopotutto, nessuno volesse davvero invadere la loro terra. Stavut era rapidamente dato da fare per arrestare sul nascere quella linea di pensiero.

«Skilgannon sostiene che il nemico tornerà,» aveva obiettato. «Non credo che lui possa essere definito uno che esagera il pericolo. La cosa migliore è continuare il nostro viaggio. Sono sicuro che Alahir ci aiuterà.»

Sorprendentemente c’erano state poche discussioni: per lo più, i profughi si erano limitati ad annuire e ad allontanarsi e ben pochi avevano cercato di contrapporsi a Stavut. Probabilmente, ragionò il mercante, perché lui aveva dato prova di provvedere a loro nel modo migliore e di essere un buon capo.

Quando era ritornato con i due nuovi arrivati, Grava li aveva obbligati a presentarsi di fronte a Tunica di Sangue, e Stavut era rimasto fermo a fissare freddamente i due Jiamads. Era ormai divenuto un rituale, ed a Stavut piaceva la tensione contenuta in esso.

«Desiderate aggregarvi al branco di Tunica di Sangue?» aveva chiesto loro.

Si trattava di due Jiamads quasi scheletrici, uno dalle spalle pesantemente incurvate, quasi gobbo, l’altro alto e dal cranio pressocchè calvo con una pelliccia molto scura, vicina al nero. I due lo avevano fissato, poi si erano voltati a guardare Grava, il quale aveva aspramente ringhiato loro qualcosa di inintelligibile.

«Serviremo Tunica di Sangue,» aveva poi detto il gobbo.

«I vostri nomi?» aveva chiesto Stavut.

«Pugno di Ferro,» aveva risposto il gobbo. «Questo Roccianera,» aveva aggiunto indicando il suo magro compagno coperto di pelo nerastro.

«Caccerete con noi. Non ucciderete più i Pellenuda.»

Emtrambi i Jamads avevano annuito.

223

«Non dimenticatelo. Ora andate.»

Essi si erano allontanati barcollando. Grava aveva poi detto loro qualcos’altro, che Stavut



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