Malinconia di sinistra by Enzo Traverso

Malinconia di sinistra by Enzo Traverso

autore:Enzo Traverso
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858826812
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2016-11-22T16:00:00+00:00


Contro il colonialismo

Il regista delle sconfitte gloriose – potremmo quasi dire, con un ossimoro, delle sconfitte “vittoriose” – è Gillo Pontecorvo, un altro intellettuale comunista italiano che, come Visconti, aveva preso parte alla Resistenza e iniziato la carriera cinematografica nell’atmosfera del neorealismo (la sua vocazione nacque dopo aver visto Paisà di Rossellini). Pontecorvo dedicò i suoi primi film alla condizione operaia nell’Italia del dopoguerra, mostrandone difficoltà materiali, lotte e speranze (Giovanna e Pane e zolfo).20 Il suo percorso politico rispecchia la nascita della nuova sinistra in Europa. Nel 1956, dopo l’intervento sovietico in Ungheria, ruppe con il Partito comunista spostando il suo interesse verso l’anticolonialismo. Al centro dei suoi film non c’erano più le vittime – Kapò (1959) racconta la storia di una ragazza ebrea deportata – ma i ribelli, protagonisti della Battaglia di Algeri (1966) e di Queimada (1969). Recensendo quest’ultimo film, la critica americana Pauline Kael tratteggiava un ritratto di Pontecorvo come “poeta marxista, la specie più pericolosa”, una definizione che probabilmente egli non avrebbe rifiutato (e nemmeno il suo sceneggiatore, Franco Solinas).21 Edward Said, per il quale Queimada era “un capolavoro, dotato di una straordinaria capacità di premonizione e di analisi storica”, condivideva questo giudizio.22

Uscito quando la rivolta degli anni sessanta stava toccando il suo apice, Queimada appare retrospettivamente come un sismografo di quella decade turbolenta. Fu girato in Colombia dieci anni dopo la Rivoluzione cubana e due anni dopo la morte di Che Guevara in Bolivia. Pontecorvo aveva già raggiunto una fama internazionale grazie alla Battaglia di Algeri (premiato con il Leone d’oro al festival cinematografico di Venezia nel 1966) e questo nuovo film faceva chiaramente eco alla Guerra del Vietnam. Negli Stati Uniti, il movimento pacifista era sempre più forte. In Europa, la Francia era scossa dalla rivolta del Maggio ’68, l’Irlanda del Nord sembrava dovesse esplodere e l’Italia si avviava a vivere la sua più forte ondata di scioperi dopo la Seconda guerra mondiale. In queste circostanze, le rivoluzioni sconfitte apparivano come tappe del lungo, epico e difficile cammino verso una vittoria sicura. Fin dalle prime immagini, accompagnate dalla musica di Ennio Morricone, Queimada scorreva come un’incitazione alla lotta.

Criticato per il suo didatticismo, questo film impartisce una lezione di storia del colonialismo e rappresenta il processo attraverso il quale un popolo oppresso si trasforma in soggetto storico.23 Le avventure dell’immaginaria isola caraibica di Queimada, la cui popolazione autoctona è stata annientata dai colonizzatori e quasi interamente sostituita da schiavi africani, richiamano molti eventi passati e contemporanei. I due protagonisti del film, William Walker (Marlon Brando) e José Dolores (Evaristo Márquez), incarnano il rapporto tra l’Occidente e il Terzo mondo. Essi evocano anche due figure storiche reali: William Walker era un avventuriero americano che tentò di colonizzare il Nicaragua con mezzi propri e arrivò a controllarlo brevemente nel 1856, mentre José Dolores – oggi un eroe nazionale nicaraguense – comandava l’esercito indigeno che liberò il paese. In Queimada, Walker è un agente britannico che incarna tutte le ambiguità dell’Illuminismo e l’ipocrisia del liberalismo classico. Dolores è una sorta di Spartaco moderno, o meglio un’allegoria di Toussaint L’Ouverture e Che Guevara.



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