Metro 2035 by Dmitry Glukhovsky

Metro 2035 by Dmitry Glukhovsky

autore:Dmitry Glukhovsky [Glukhovsky, Dmitry]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Multiplayer Edizioni
pubblicato: 2016-08-28T22:00:00+00:00


***

“Nikolaev!”, urlarono dalla porta nel megafono. “Nikolay Nikolaev!”

Omero ritrasse la testa fra le spalle e iniziò a battere più velocemente col piccone, in modo da riuscire a spaccare prima dell’esecuzione la quantità dovuta.

Artyom si avvicinò col carrello all’ingresso per controllare la situazione; nel passaggio c’era il maestro Ilya Stepanovich, circondato da tiratori. Si guardava intorno con un certo ribrezzo e spavento; era gonfio ma intero e indossava l’uniforme. Avvicinò il megafono alla barbetta e chiamò un’altra volta: “Nikolaev! Omero!”

A quel punto le guardie capirono, lo fissarono e trascinarono il vecchio verso Ilya Stepanovich. Il maestro scese, fece un passo e poi un altro verso il basso. Borbottò qualcosa nell’orecchio sporco del vecchio, facendo una smorfia per la puzza. Omero non guardava lui ma il pavimento. Artyom ricevette una frustata per essersi distratto e dovette spostarsi. Ilya Stepanovich rimase un po’ lì, poi fece un cenno a Nikolay Nikolaev con la mano pulita e se ne andò.

“Cosa voleva?”, chiese Artyom al vecchio, cogliendo il momento in cui erano entrambi vicino alla tinozza.

“Voleva portarmi con sé. Si è messo a scrivere il suo libro, ma non procede. Gli hanno offerto tutte le condizioni ideali: uno studio personale, una razione speciale. Ma no. Dice di aver letto il mio quaderno e vuole che lo aiuti. Ha detto che mi porterà via da qui per sempre”.

“Vai! Accetta!”

“Accettare? Dovrei scrivergli il libro?”

“Che ti importa? Qui creperai!”

“Dovrei scrivere con le mie parole il suo libro sulla gloria del Reich?”

“Ma così non ci sarà nessun libro! Non ci sarai tu! Non resterà nulla!”

Omero prese della zuppa e la mandò giù: aveva un sapore buono, quasi come la vita. “Io ho risposto che senza di te non vado”.

“Ci andrai, nonno! Vai!”

“Lui non può far nulla, ha chiesto una persona per il suo lavoro ma non gliene daranno mai due – così dice”.

“E che ne è di Dietmar?”

“Dietmar l’hanno ucciso. Alla Teatralnaya. I Rossi sono riusciti a entrare e l’hanno ammazzato come tanti altri. Quel giorno. Il maestro adesso lavora per il Führer, a lui è piaciuta l’idea del libro”.

Artyom rimase sospeso nel vuoto del tunnel.

Ora lì nessuno sapeva e si ricordava di lui, che da ostaggio, prigioniero e agente doppiogiochista di un tempo era divenuto un mostro senza nome, uno schiavo da sfruttare. Non aveva più senso aspettare, non c’era nulla da temere, non c’era niente a cui attaccarsi. Lo avevano perso lì, nell’infinito spazio temporale, e non c’era nessuno che lo cercasse. Tutte le sue forze Artyom le tirava fuori e le metteva nel tunnel: questo si ingrossava come un budello, mentre lui dimagriva e si esauriva. Sentiva in bocca un sapore di ruggine, non riusciva a buttar giù il boccone, la testa gli rimbombava. L’uomo, maledizione, può finire. Evidentemente, anche Artyom iniziava a vedere il termine. “Vai, vecchio. Vai lo stesso”.

“Come faccio a lasciarti? Tu sei venuto qui per me”.

“Ma così almeno c’è una speranza. Io a loro non sono più utile, almeno uno di noi gli serve. Se tu morirai morirò anch’io, questo è sicuro. Chiedi che rimandino il maestro e vattene”.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.