Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell'elaborazione delle leggi del 1938 by Michele Sarfatti

autore:Michele Sarfatti [Sarfatti, Michele]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788871582184
editore: Silvio Zamorani Editore
pubblicato: 2017-07-01T00:00:00+00:00

In merito alla questione razziale si è diffusa in alcuni ambienti l’errata opinione che si debba avere qualche battuta di aspetto e che non si arriverà a conclusioni pratiche. Niente di tutto questo. La campagna va proseguita e intensificata... Domani il consiglio dei ministri approverà i primi provvedimenti. Naturalmente è escluso che si possa arrivare a persecuzioni, ma la posizione degli ebrei sarà delimitata in modo preciso20.

Sui motivi del cambiamento occorrerà riflettere a lungo, e per far ciò con la prospettiva di acquisire conoscenze più complete occorrerà dismettere l’immagine di un 1938 sostanzialmente coerente dal febbraio al novembre e quindi focalizzare e indagare i vari attori e i vari processi allora svoltisi, confrontatisi, intrecciatisi, contrastatisi.

Tre di questi motivi possono però qui essere delineati. Il primo è costituito dall’automatismo peggiorativo connaturante l’antiebraismo legislativo in genere e quello di un governo reazionario dittatoriale in particolare. A questo riguardo va considerato che l’abbandono delle fasce quantitative (la proporzionale) e la conservazione delle sole fasce qualitative, pur mantenendo nell’immediato il carattere parziale della persecuzione, collocava i «meritevoli» in una sorta di ghetto con lustrini destinato a esaurirsi nel tempo, portando l’intera condizione ebraica italiana a coincidere sempre più col vero e proprio ghetto — durissimo — riservato ai non «meritevoli». Non è privo di significato il fatto che la «sospensione» deliberata il 2 settembre dal Consiglio dei ministri riguardasse solo gli adulti (gli insegnanti) e non anche le nuove generazioni (gli studenti).

Il secondo motivo concerne l’impossibilità di conciliare l’applicazione aritmetica del criterio della proporzionale e l’attuazione delle arianizzazioni generalizzate, avviate in luglio.

Il terzo è costituito dai primi risultati emersi dal censimento del 22 agosto. Si è detto che esso proponeva tre domande relative al PNF e all’esistenza di «benemerenze di guerra o di altro genere» e sappiamo (come è meglio illustrato nel secondo saggio di questo volume) che i prefetti furono invitati a verificare presso le federazioni fasciste e combattentistiche le risposte dei censiti. I fogli di censimento compilati dovevano essere inviati dai podestà alle rispettive prefetture e da queste alla Demorazza, la quale li avrebbe poi trasmessi all’ISTAT, incaricata di effettuare i calcoli e di elaborare prospetti e tabelle. Appare del tutto ovvio ritenere che, prima di quest’ultima consegna, i fogli compilati siano stati oggetto di un rapido esame negli uffici della Demorazza e che Mussolini sia stato prontamente messo al corrente di quanto emerso. La consegna dei primi plichi all’ISTAT avvenne il 27 agosto; in quello stesso giorno o nei giorni immediatamente seguenti, il dittatore apprese che un terzo o più dell’intero gruppo degli ebrei italiani (l’unico che qui interessa, che sugli stranieri egli non si poneva particolari interrogativi) era costituito da iscritti o parenti di iscritti al PNF in quell’anno (fatto che non costituiva di per sé un «merito» agli occhi di Mussolini e che oggi non può essere considerato come prova di effettive generalizzate convinzioni fasciste, ma che rendeva difficile al dittatore presentare l’ebraismo come complessivamente estraneo alla nazione e ostile al fascismo) e che un quinto o forse un

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