Natale in casa Fontamara by Valentina Cebeni

Natale in casa Fontamara by Valentina Cebeni

autore:Valentina Cebeni [Cebeni, Valentina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2022-11-11T12:00:00+00:00


4

POCO prima che la funzione terminasse, Diana lasciò l’edificio, seguita da Andrea.

«Va tutto bene?» le chiese una volta fuori insieme a lei, nel cono di luce opaca di un lampione.

Il paese intero, arroccato sul fianco del lago, era un presepe di luci, piccole stille di speranza nel buio profondo del bosco, affacciate su un arco d’argento nel quale si specchiava la luna. Il vento che si incanalava fra i palazzi antichi faceva da controcanto alle campane che suonavano a festa, e allo stesso modo Andrea faceva con Diana, cercando di annientarne la malinconia.

«Diana, che succede?» insistette con dolcezza, ma lei non alzava la testa, che continuava a scuotere.

«Non lo so, Andrea», confessò poco dopo, con la voce spuntata dal pianto. «Ero in chiesa con gli altri e a un certo punto tutto quell’incenso, i canti, la musica e le persone ammassate mi hanno fatto mancare il fiato, e il cuore ha cominciato a battere all’impazzata.» Strinse forte i pugni, e prese fiato. «Voglio tornare a casa, mi accompagneresti?»

«Certo, vado ad avvertire dentro e torno subito da te. Mi aspetti su quella panchina, va bene?»

Lei seguì con lo sguardo la mano di Andrea e si diresse verso la panchina affacciata sul lago mentre lui, rientrato, fermò Tommaso per avvertirlo di stare riportando Diana a casa a causa di un lieve malore.

«Ha detto che si è sentita mancare il respiro e che le batteva forte il cuore. Credo che qui ci siano troppe persone per i suoi gusti, forse è stato un azzardo venire», ipotizzò mentre l’uomo, con le mani in tasca, si guardava intorno.

La chiesa era gremita, le persone stavano ammassate lungo i banchi e nelle navate laterali, sedute sui gradini delle piccole cappelle, spaventate dai venti di guerra che soffiavano da mesi sull’Europa e alla disperata ricerca di conforto, di speranza.

«Forse hai ragione tu, per Diana che ha vissuto l’ultimo anno praticamente sempre sola è stato un passo falso, ma so che con te è in mani sicure. Andate pure, avviserò io Eva e gli altri», rispose. «Noi ci fermeremo sicuramente qualche minuto dopo la funzione per parlare con il parroco, ma vi raggiungeremo presto. E se doveste avere bisogno chiedete aiuto a Giuliana, lei avviserà il dottore.»

«Spero non ce ne sia bisogno, ma Diana mi è sembrata piuttosto provata.»

Tommaso sospirò, e si passò la mano sul viso. Gli tornò in mente quel giorno alla scogliera, la paura di averla persa, e strizzò brevemente gli occhi. «Cerca di non perderla mai di vista, ci rincontriamo più tardi a La Gioiosa.»

Si strinsero la mano, ma Andrea si trattenne in quella stretta per qualche istante di più, guardando Tommaso dritto negli occhi.

«Fate presto», lo salutò voltandogli le spalle per tornare da Diana e scortarla sino a casa.

Le propose di tornare in auto, avrebbero potuto prendere in prestito la macchina che avevano usato Gino e Angela, ma lei rifiutò.

«Preferisco camminare all’aria aperta, e poi è così bella, la notte.»

«Sì, ma è anche gelida.»

Diana lo guardò, e gli sorrise. «La magia del Natale non



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