Operazione Overlord by Max Hastings

Operazione Overlord by Max Hastings

autore:Max Hastings [Hastings, Max]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Beat
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Le armate di Hitler avevano sempre adottato la politica di costituire delle divisioni formate da truppe scelte in grado di fungere da cunei di sfondamento con la loro potenza d’urto, mentre altre – tra cui la maggior parte delle formazioni di fanteria – erano equipaggiate e attrezzate soprattutto per tenere posizioni difensive nel corso delle battaglie navali. La 276a divisione di fanteria era una tipica formazione di posizione di limitata efficienza che il 6 giugno era di stanza a Bayonne, il cui organico era stato costituito setacciando in Germania gli uomini delle classi più avanzate, tra cui molti minatori che fino ad allora erano stati esonerati dal servizio militare. Il caporale Adolf Hohenstein aveva trascorso la maggior parte della guerra a costruire ponti con una unità di lavoro in Russia finché fu trasferito alla 276a divisione. Ex studente di ingegneria mineraria, a ventidue anni era parecchio più giovane della maggior parte dei suoi commilitoni. Trovò che la divisione era «già parecchio inefficiente. Passavamo troppo tempo in esercitazioni di vecchio stampo prussiano più che addestrarci per il combattimento». Il 6 giugno partirono in treno per Le Mans dove scesero il 19 sotto una pioggia torrenziale. Da lì marciarono verso il fronte spostandosi solo di notte e coprendo un po’ più di 30 chilometri per tappa, mentre di giorno si occupavano dei cavalli – dai quali dipendevano quasi esclusivamente per i trasporti – accampandosi tra i campi di grano. Erano affezionati ai loro cavalli e in seguito, quando le perdite tra gli animali raggiunsero un livello spaventoso, ne furono sinceramente addolorati.

Il 2 luglio rilevarono la 12a Panzer SS in un settore del fronte presso Villers-Bocage e trascorsero i loro primi giorni in linea a minare il terreno e cercare di sgombrarlo dai resti terribili della battaglia: cadaveri di soldati di ogni nazionalità, equipaggiamenti abbandonati, rottami di veicoli. Battuti dal fuoco dell’artiglieria britannica, impararono presto a loro spese quanto la Wehrmacht fosse a corto di materiale sanitario. Hohenstein vide il suo amico Heinz Alles dissanguarsi e morire quando ebbe l’arteria di una gamba recisa da un proiettile: «Ci si poteva ritenere fortunati se si riusciva ad avere un’iniezione. I medici tentavano di fare qualcosa solo per quelli che avevano qualche possibilità di scampare». I nervi di molti uomini cedettero presto. Dopo il 20 luglio si convinsero che la scarsità di rifornimenti e di munizioni e il collasso dell’amministrazione erano frutto del tradimento che allignava nelle loro file. In realtà, l’intero apparato logistico già scricchiolante che reggeva il peso delle forze tedesche in Normandia cedeva sotto la pressione degli attacchi aerei e dell’usura cui era sottoposto. Tra i soldati della 276a il morale continuava ad abbassarsi di giorno in giorno: «Il fatto che non riuscissimo a riportare il minimo successo aveva sugli uomini un effetto disastroso. Si sentiva letteralmente crescere la paura. Ci gettavamo a terra al più piccolo rumore, e molti andavano ripetendo che non ce l’avremmo fatta ad uscir vivi dalla Normandia».

È importante citare il caso di unità come la 276a fanteria,



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