Populismo by Alain de Benoist
autore:Alain de Benoist
La lingua: ita
Format: epub
Tags: La fine della destra e della sinistra
editore: Arianna Editrice
pubblicato: 2018-05-15T16:00:00+00:00
LIBERALISMO E MORALE
Nel XVIII secolo, per farla definitivamente finita con le guerre di religione, il liberalismo si adopera per “pacificare” politicamente e ideologicamente la società. Come ha illustrato molto bene Jean-Claude Michéa, «a poco a poco prende piede l’idea che l’unica maniera di impedire il ritorno delle guerre civili ideologiche sia quella di affidarsi a uno Stato assiologicamente neutro, ossia a uno Stato che annulli ogni riferimento a valori morali, religiosi o filosofici e che, di conseguenza, usi solo un linguaggio da “esperto”»1. Lo Stato, in altri termini, non deve più pretendere di decidere tra i differenti sistemi di valori cui gli individui scelgono di riferirsi. Non deve più deliberare su quella che Aristotele definiva «la vita buona». Non deve più dire che certi modi di vivere sono migliori di altri, né cercare di proporre, realizzare o incarnare un ideale filosofico o spirituale particolare. Quest’atteggiamento implica una rigida separazione tra la sfera pubblica, che si ritrova così “neutralizzata”, e la sfera privata, in cui i valori possono continuare a essere vissuti e condivisi, ma a condizione di non cercare di debordare nella sfera pubblica.
La soluzione adottata dalla modernità liberale per scongiurare lo spettro delle guerre civili e religiose non è dunque il modello di Hobbes (il quale propone di instaurare il Leviatano, lo Stato assoluto, per impedire la «guerra di tutti contro tutti»), ma una “neutralità”, che finisce naturalmente col ricalcare il governo degli uomini sull’amministrazione delle cose. «L’obiettivo diventa allora», osserva Alain Caillé, «quello di definire delle procedure neutre e oggettive – di cui il mercato e il diritto sono le principali incarnazioni – che permettano di far funzionare la società da sola, indipendentemente dalle motivazioni buone o cattive degli uomini»2. Poiché le decisioni dei poteri pubblici devono essere il più possibile “obiettive”, il modello dell’oggettività è ricercato nella scienza, e più precisamente nell’expertise tecnica, unica istanza di cui si suppone che tenga un “discorso senza soggetto”. Si apre così l’era degli “esperti”, per i quali tutti i problemi sociali, in ultima analisi, non sono altro che problemi tecnici. Si presume che questi problemi possano essere risolti mediante soluzioni anch’esse tecniche; in tale prospettiva, è sempre possibile trovarne una “oggettivamente” migliore delle altre. Ne deriva che la politica non è più una faccenda di scelta tra diversi orientamenti possibili: le discussioni ideologiche sono inutili, dato che, in definitiva, c’è una sola soluzione razionalmente possibile, una sola che meriti veramente questo nome.
Nell’ottica liberale, lo Stato neutro è lo Stato che si innalza al di sopra della società, dove coesistono le opinioni più differenti, per permettere agli uomini di vivere “liberamente”. Già la Chiesa aveva distinto il potere spirituale e il potere temporale; la modernità liberale separa i poteri e separa lo Stato dalla società civile. L’atteggiamento liberale verso lo Stato, tuttavia, è ambivalente. Da un lato, l’influenza di questo “Dio mortale” (deus mortalis) deve sempre essere limitata, affinché non minacci i privilegi della società civile, concepita come il luogo di esercizio naturale della libertà; ma, dall’altro, è proprio da esso
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