Recuperate Il Titanic by Clive Cussler

Recuperate Il Titanic by Clive Cussler

autore:Clive Cussler [Cussler, Clive]
Format: epub
pubblicato: 1976-12-07T22:00:00+00:00


41

Appena il vento calò a venti nodi Pitt fece tornare il Capricorn sulla boa ripetitrice. Ricollegarono subito il condotto che dal compressore della nave pompava l'aria nel Titanic e poi aspettarono che il Sappho II emergesse dal fondo. A oriente il cielo stava già cominciando a rischiararsi quando tutto fu pronto per accogliere il sommergibile. I sommozzatori erano pronti a tuffarsi attorno al perimetro del sommergibile per agganciarlo con dei cavi allo scopo di impedire che si capovolgesse nel mare grosso; erano pronti verricelli e cavi per sollevarlo dall'acqua e deporlo sulla poppa spaziosa del Capricorn; in cambusa il cuoco cominciò a preparare una grande cuccuma di caffè e una sostanziosa colazione da servire all'equipaggio del sommergibile. Quando tutto fu pronto, scienziati e ingegneri si misero pazientemente ad aspettare rabbrividendo per l'aria fredda del mattino e facendo infinite congetture sulla morte di Henry Munk.

Erano le sei e dieci quando il sommergibile spuntò fra i cavalloni a novanta metri a sinistra della poppa del Capricorn.

Con una barca fu tesa una gomena da rimorchio e venti minuti dopo il Sappho II fu sollevato con un verricello sulla rampa poppiera della nave appoggio. Appena fu saldamente assicurato al suo posto, fu aperto il portello del boccaporto e Woodson balzò fuori seguito dai quattro superstiti del suo equipaggio.

Woodson salì sul ponte superiore dove Pitt lo aspettava. Aveva gli occhi rossi per la notte insonne, la barba lunga ed era scuro in volto. Ma riuscì ad abbozzare un mezzo sorriso rivolto a Pitt che gli stava porgendo una tazza di caffè bollente. «Non so se sono più felice di vedere te o il caffè» disse.

«Il tuo messaggio parlava di assassinio» disse Pitt senza una parola di saluto.

Woodson sorseggiò un attimo il caffè e si girò indietro a guardare gli uomini che stavano sollevando delicatamente il cadavere di Munk attraverso il boccaporto del sommergibile. «Non qui» disse a voce bassa.

Pitt gli fece cenno di seguirlo nella sua cabina. Appena la porta fu chiusa non perse tempo: «Allora vuota il sacco».

Woodson si lasciò pesantemente cadere sulla cuccetta di Pitt e si strofinò gli occhi. «Non c'è molto da dire. Stavamo a diciotto metri dal fondo del mare saldando gli oblò di dritta sul Ponte C quando ho ricevuto la tua comunicazione circa la telecamera. Sono andato a poppa a controllare e ho trovato Munk disteso sul pavimento con la tempia sinistra sfondata.»

«Nessun indizio su che cosa l'ha colpito?»

«Era evidente come il naso di Pinocchio» rispose Woodson. «Sullo spigolo della calotta di protezione dell'alternatore c'erano brandelli di pelle, sangue e capelli.»

«Non conosco bene le apparecchiature del Sappho II. Come è installato l'alternatore?»

«Sulla fiancata di dritta, a circa tre metri da poppa. La calotta di protezione sporge di quindici centimetri dal pavimento di modo che l'alternatore sottostante può essere facilmente a portata di mano per effettuare la manutenzione.»

«Allora potrebbe esser stato un incidente. Munk potrebbe essere inciampato e caduto sbattendo la testa contro lo spigolo.»

«Potrebbe, ma i suoi piedi stavano nella direzione sbagliata.»

«Che c'entrano i piedi?»

«Erano diretti verso poppa.»

«E con ciò?»

«Ma non capisci?» disse Woodson con impazienza.



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