Religione e Comunismo by Concetto SOlano

Religione e Comunismo by Concetto SOlano

autore:Concetto SOlano
La lingua: eng
Format: epub
editore: PGreco
pubblicato: 2019-06-20T15:47:54+00:00


Ma Dio, in quelle terre selvagge incontaminate, stava costruendo un luogo per i suoi figli, uccidendo gli indiani con pestilenze di immenso potere distruttivo come solo nella Bibbia erano state narrate. Il messaggio divino era troppo chiaro per essere interpretato in modo erroneo. E il fatto che si adattasse perfettamente ai desideri materiali dei coloni lo rendeva ancora più degno di ammirazione73.

Marx parlava a tal riguardo di “sistema coloniale cristiano”74 e sottolineava che “gli atti di barbarie e le infami atrocità delle razze cosiddette cristiane in ogni regione del mondo e contro ogni popolo che sono riuscite a soggiogare non trovano un parallelo in nessun’altra epoca della storia della terra, in nessun’altra razza, per quanto selvaggia ed incolta, spietata e spudorata”75.

Più specificamente, soffermandosi sui crimini compiuti dai colonialisti cristiani, ricordava alcuni terribili esempi storici come la riduzione in schiavitù di intere popolazioni nelle Indie orientali e le nefandezze compiute nelle colonie da “quei virtuosi del protestantesimo” che incentivavano massacri di uomini, donne e bambini.

I Puritani della Nuova Inghilterra – scriveva Marx – misero nel 1703, con risoluzioni della loro assembly, un premio di quaranta sterline su ogni scalp d’indiano e per ogni pellerossa prigioniero; nel 1720 misero un premio di cento sterline per ogni scalp, nel 1744, dopo che nel Massachussets-Bay era stata dichiarata ribelle una certa tribù, i premi seguenti: per uno scalp di maschio dai dodici anni in su, cento sterline di valuta nuova, per i prigionieri maschi centocinquanta sterline, per donne e bambini prigionieri cinquantacinque sterline, per scalps di donne e bambini cinquanta sterline76!

L’atteggiamento di consenso e di compartecipazione delle diverse chiese cristiane alle politiche di genocidio, perpetrato dalle potenze coloniali, non è certo da considerarsi come un errore o una debolezza; è la diretta conseguenza del fatto che quando valori metafisici (e quindi astratti) si concretizzano storicamente non possono che contaminarsi con gli interessi più bestiali del potere politico. È una costante che caratterizza tutta la storia delle odierne religioni ed in particolare di quella cristiana.

Questo sfruttamento culturale religioso, che costituisce la base giustificativa dello sfruttamento colonialistico delle Americhe, entrerà in crisi in seguito al declino del sistema di valori tradizionali, assunti sotto il termine di “civiltà”.

Questa crisi maturerà non nell’alveo del cristianesimo, ma con il processo di laicizzazione della cultura, dal Rinascimento all’Illuminismo.

Tale processo iniziò con Montaigne77 e si concluse con Rousseau e Diderot, cioè con due autori inclusi perpetuamente nell’Index librorum prohibitorum.

Il processo di laicizzazione della cultura, sul piano antropologico78, si tradusse nel riconoscimento dell’equivalenza dei costumi, della pari dignità dei modi di vita dei diversi popoli della terra, nell’apprezzare le diversità, le specifiche attitudini e caratteristiche di ciascun popolo che non soltanto non costituiscono scandalo, ma sono istruttive e vantaggiose per tutto il genere umano nel suo complesso.

Tale processo costituiva la premessa storica della critica radicale della civiltà europea e rifletteva la progressiva emancipazione della nuova classe borghese dai vincoli della società feudale e dal suo sistema categoriale metafisico-religioso cristiano.

La concezione monolitica e unitaria ispirata al modello biblico venne messa in crisi dalla



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