Storia del Terzo Reich (Einaudi) by William L. Shirer

Storia del Terzo Reich (Einaudi) by William L. Shirer

autore:William L. Shirer [Shirer, William L.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858426661
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L’esperienza aveva insegnato a Hitler e a Goebbels che la buona propaganda per essere efficace non si contenta di parole. Essa ha bisogno di fatti, per falsati che siano. Convinto il popolo tedesco (e l’autore di questo libro ne può essere un buon testimone, per constatazione personale) che i polacchi avevano respinto le generose offerte di pace del Führer, restava solo da architettare un qualche episodio che «provasse» come non la Germania, ma la Polonia fosse stata la prima ad attaccare.

Come si ricorderà, per quest’ultima losca faccenda i tedeschi avevano già fatto, sotto la direzione di Hitler, accurati preparativiaf. Da sei giorni Alfred Naujocks, l’intellettuale ribaldo delle SS, si trovava a Gleiwitz, sulla frontiera polacca, in attesa di effettuare un attacco polacco simulato contro la stazione della radio tedesca che si trovava in quel luogo. Il piano era stato riveduto. Uomini delle SS con uniformi polacche avrebbero aperto la sparatoria e alcuni internati dei campi di concentramento, drogati, sarebbero stati fatti trovare morti sul terreno come dei «caduti» per mano nemica: quest’ultima amena parte dell’operazione aveva, come si è visto, l’espressivo nome convenzionale di «merci conservate». Ci sarebbero stati diversi finti «attacchi polacchi», ma il principale doveva essere quello contro la stazione della radio tedesca di Gleiwitz. Nella sua deposizione fatta a Norimberga Naujocks riferí:

A mezzogiorno del 31 agosto Heydrich mi trasmise la parola convenzionale per l’attacco, che avrebbe dovuto aver luogo alle ore 20 dello stesso giorno. Heydrich mi disse: «Per questo attacco, rivolgetevi a Müller per avere le “merci conservate”». Ubbidii e chiesi a Müller di mandarmi l’uomo nei pressi della stazione della radio. Quando giunse, lo feci posare all’entrata della stazione. Egli era vivo ma privo di conoscenza. Cercai di aprirgli gli occhi. Non dagli occhi ma dal respiro potei capire che era vivo. Non vidi ferite da arma da fuoco, però aveva il viso imbrattato di sangue. Era in abiti civili.

Secondo gli ordini prestabiliti, prendemmo la stazione radio, trasmettemmo una comunicazione di tre o quattro minuti con un trasmettitore di emergenzaag, sparammo alcuni colpi di pistola e ce ne andammoah79.



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