Storia di Maometto by Sconosciuto

Storia di Maometto by Sconosciuto

autore:Sconosciuto
La lingua: ita
Format: epub


Anche per i crociati la tolleranza fu una necessità (tranne alcuni casi negativi, sempre sbandierati), per gli stessi motivi (era inopportuno creare motivi di tensione con la maggioranza islamica della popolazione). Alcuni dotti islamici si accorsero con disappunto che la tolleranza e senso di giustizia dei sovrani crociati (maggiore di quello dei sovrani islamici, secondo Ibn Giubair, che, essendo spagnolo, teoricamente, veniva da un paese esempio di “tolleranza islamica”) stava convincendo i musulmani a convertirsi:

“È per lui sconvolgente dover riconoscere che i franchi trattano i propri contadini musulmani con umanità ed equanimità e dover rilevare, altresì, che questi vivono in condizioni migliori dei loro pari abitanti in regioni ancora governate dai musulmani” (B. Lewis, op.cit., pag. 92) Ibn Giubair, citato da Lewis, trovava una sventura che i musulmani si lamentassero “dell’oppressione dei loro sovrani” e, al contrario, avessero a “lodare la condotta dei loro antagonisti e nemici, i franchi, che li hanno conquistati e domati con la loro giustizia”. Il posteriore giurista marocchino al-Wansharisi non concepiva come un musulmano potesse vivere in una terra non regolata dalla legge islamica e disse che persino la tirannide musulmana era superiore alla giustizia cristiana. Invitò i musulmani a lasciare i territori governati da cristiani, in particolar modo se governati con tolleranza, perché c’era il pericolo che abbandonassero l’Islam. Nel XVIII sec. Abu Talib Khan nota con stupore che i compiti del parlamento inglese sono anche legislativi, perchè gli inglesi non possiedono leggi divine rivelate e sono costretti a darsene da soli a secondo del bisogno. Non esiste lo Stato laico nel vero Islam, perché Maometto racchiudeva in sé sia il potere religioso, sia il potere politico (espressione di quello religioso). Alla fine del XVIII sec., l’egiziano Giabarti si sorprende per il rispetto delle autorità francesi per il Diritto al punto da processare l'assassino islamico del generale Kleber, capo delle truppe francesi in Egitto, e ancor più lo sorprese il fatto che al processo uno degli accusati dell’attentato fu assolto per insufficenza di prove. Lo stesso Giabarti si mostrò anche sorpreso della vastità della biblioteca francese del Cairo e, soprattutto, che fosse frequentata non solo dagli ufficiali, ma anche dai soldati. Nei territori crociati trovarono rifugio anche i membri di quelle sette islamiche “eretiche” che gli altri musulmani perseguitavano. L’emiro Usama ibn Munqidh, nelle sue cronache, scriveva: “i miei amici Templari”, e raccontava che i monaci Templari avevano creato una piccola moschea, all’interno del loro monastero sul Monte del Tempio (da cui il nome “Templari”) a Gerusalemme. Il Monte del Tempio era sacro ai musulmani perché, come già detto, lo credevano sede dell’antica moschea costruita da Abramo, e i Templari non volevano impedire ai musulmani di pregare in un luogo sacro. Non male per i Templari, monaci guerrieri, che, nella visione comune, rappresentano il Cristianesimo più fanatico, ma che, nel loro principale monastero, avevano una moschea per i loro amici musulmani.

In ogni religione, l’ideale di vita da imitare e seguire è quella del fondatore (reale o mitico): un cristiano cercherà di assomigliare a Gesù, così come un buddista vorrà assomigliare a Gautama (il Buddha).



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