Strabuttanissima Sicilia by Pietrangelo Buttafuoco

Strabuttanissima Sicilia by Pietrangelo Buttafuoco

autore:Pietrangelo Buttafuoco [Buttafuoco, Pietrangelo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2017-07-14T22:00:00+00:00


Il primo Papi fu Melo. Ovvero, Carmelo Raciti. È il proprietario delle Capannine, che è uno dei posti più belli al mondo, un lido balneare adagiato sulla spiaggia di Catania dove una sera, da Leojanni, arrivò Ruby. E da dove se ne scappò, urlante, per aver forse inteso o forse frainteso – così confesserà lei stessa in un interrogatorio – Melo che sbucò via da un armadio, tutto nudo e, dunque, con tutte le vergogne di fuori, in direzione del proprio giaciglio.

Lei non era ancora la nipote di Mubarak. Non era famosa. Era solo una prorompente bellezza siciliana, d’innesto marocchino. Era, infatti, la disperazione di Mohammed el Marough, il padre suo che la inseguiva per ogni dove tra Messina e Patti urlandole dietro: “Sciagurata, sciagurata...”

Prostituta, no. Non lo era. Un femminone sì, però. Già lo era. Come sembrò da subito a Raciti (per gli intimi Melo), che la incontrò per la prima volta in via Etnea. Lui era in compagnia di amici, tutti ingravidabalconi, e tutti se ne restarono catturati dalla ferina malia di una ragazza sciagurata che – chissà perché – cercava un posto dove dormire. Ne furono catturati, certo, ma a debita distanza.

“Una transitoria ospitalità,” diceva lei a tutta quella comitiva che, grazie al Cielo, risultò galante. Il femminone, infatti, ai loro occhi si rivelò bambina e nessuno – nonostante le sue richieste – ebbe a scordare la strada di casa. Si scambiarono i numeri di telefono e la faccenda si chiuse lì.

Il primo Papi non si scorda mai e Ruby, infatti, durante un interrogatorio, lo raccontò di come se lo ritrovò, Melo, sbucato chissà come dall’armadio. In piena satiriasi. Ma come fu e come non fu, intanto, questa storia non è materia di magistratura. Non solo non è tema di processo perché Melo, ovvero Raciti, fu di cuore grande ad ospitare la ragazza, ma anche perché i PM di Milano, pur raccogliendo questa confessione, hanno voluto giustamente sorvolare proprio per non smentire il sostrato psicologico di una fanciulla che conoscerà la corruzione dei riflettori dopo, prima di essere Ruby Rubacuori.

Il primo Papi, dunque. Il fatto accadde due anni dopo il loro primo incontro. Lei si presentò da Melo, nel bel pieno della serata, alle Capannine. Si mostrò a lui trafitta, povera figghia, da un’infinità di guai e problemi con il padre, con la polizia e con il destino ingrato per poi mormorare, tra le lacrime: “Non so dove dormire.”

Melo rispose, non però con delle vane parole, ma – da vero siciliano – aprendole la porta di casa. Direttamente quella della propria camera da letto. Lui, va da sé, dormì altrove. Non senza offrirle per il giorno dopo anche una tuta. Lei, povera figghia, era sporca. Non aveva un vestito di ricambio. Con una busta di plastica come bagaglio, povera figghia, era il ritratto della sciagura. E nelle orecchie, infine, non portava pendenti, no, ma solo l’eco di un urlo disperato: “Sciagurata, sciagurata.” È la voce roca del padre suo, un ambulante di Letojanni, che si faceva pazzo per questa figlia: “È malata di televisione!”

Una cosa è il padre, un’altra è il Papi.



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