Sullo Stato by Pierre Bourdieu

Sullo Stato by Pierre Bourdieu

autore:Pierre Bourdieu [Bourdieu, Pierre]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: EPUB9788858811108-95178
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2013-09-13T16:00:00+00:00


Discorso pubblico e messa in forma

Colui che si attiene alle forme è anche colui che si rispetta e rispetta in se stesso l’alter ego generalizzato che ho evocato in precedenza e che si traduce nella forma per il fatto che i poeti cabili si distinguono per giochi di parole non meno complessi di quelli di Mallarmé. Ci si chiede come abbiano potuto inventarsi, senza scrittura, forme verbali così complesse e raffinate dimostrando un incredibile livello di addestramento. Ci sono scuole di poeti, come nel caso di Omero, che sono state vere e proprie fucine e laboratori demiurgici volti alla formazione di professionisti della falsa improvvisazione verbale. Contrariamente a quanto normalmente si crede, infatti, “orale” e “popolare” non significa “semplice”. Questi poeti fanno ricorso a forme verbali complesse, ad arcaismi che gli uomini comuni non sono più in grado di comprendere. Ciò permette loro di parlare “al di sopra” degli altri indirizzandosi a qualche interlocutore specifico, come facevano i presocratici. Di Empedocle, quando viene tradotto da accademici francesi che adottano uno stile voltairiano, non resta granché. Ci si trova così di fronte alla versione di Heidegger, che vi aggiunge senso, e a quella positivista, che ve lo sottrae. Fra le due opzioni, si può insistere sull’idea che tali poeti sono professionisti di una messa in scena altamente regolata, specie quando affrontano le problematiche più importanti. Le tragedie classiche, quelle, per esempio, di Eschilo o Sofocle, sono discorsi complessi che teatralizzano situazioni limite o cercano di esprimere le cose ultime in una forma tale che tutti le possano sentire ma solo gli eletti capire. Una delle soluzioni adottate da questi uomini politici è il discorso duplice, a due velocità: esoterico per gli iniziati ed essoterico per gli altri. L’amusnaw cabilo, Empedocle o gli altri grandi presocratici erano in grado di parlare a due livelli. Esiste una polisemia intrinseca – e non intendo una polisemia in senso postmoderno – legata alla contraddizione di parlare in pubblico: come parlare davanti a tutti per essere compresi solo dagli iniziati?

La messa in forma è una proprietà estremamente importante perché consente all’indicibile, all’ineffabile e, talvolta, all’innominabile di divenire nominabile. È il prezzo da pagare per rendere ufficializzabile ciò che non era nominabile. Detto altrimenti, la poesia in senso forte, la creazione giuridico-poetica, porta all’esistenza attraverso una forma universalmente riconosciuta, l’ineffabile, l’indicibile o l’implicito, ossia qualcosa che è collettivamente rimosso, che il gruppo non vuole sapere, oppure che non può essere detto in quanto il gruppo non dispone degli strumenti per dirlo. Emerge qui il ruolo del profeta, che consiste nel rivelare al gruppo qualcosa in cui il gruppo si riconosce profondamente. “Non mi cercheresti se non mi avessi già trovato”: ecco il paradosso della profezia, che può funzionare solo se dice alle persone ciò che già sapevano ma se, allo stesso tempo, loro non erano in grado di dirlo. I discorsi scontati sulla forza creativa della poesia non sono falsi, a patto però di collocarli in tutt’altro contesto. (La routine dissertatoria ha un effetto terribile in quanto spesso afferma cose vere ma in un modo tale che nessuno ci crede più.



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