Una teoria della giustizia by John Rawls

Una teoria della giustizia by John Rawls

autore:John Rawls
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo VI. Dovere e obbligo

Nei due capitoli precedenti ho discusso i principi di giustizia per le istituzioni. Ora intendo prendere in considerazione i principi del dovere naturale e dell’obbligo che si applicano agli individui. I primi due paragrafi esaminano le ragioni per cui questi principi verrebbero scelti nella posizione originaria, e il loro ruolo nel rendere stabile la cooperazione sociale. Includo anche una breve discussione sul promettere e sul principio di fedeltà. Per la maggior parte, però, studierò le implicazioni di questi principi per la teoria del dovere e dell’obbligo politici all’interno di una struttura costituzionale. Questo mi sembra il modo migliore per spiegare il loro senso e il loro contenuto in funzione degli obiettivi di una teoria della giustizia. In particolare, tratterò il caso speciale della disobbedienza civile, che si collega al problema della regola di maggioranza e dell’osservanza di leggi ingiuste. La disobbedienza civile viene messa in contrasto con altre forme di mancata osservanza, quali l’obiezione di coscienza, allo scopo di mettere in luce il suo ruolo particolare nel consolidare un regime democratico quasi giusto [nearly-just].

51. Gli argomenti in favore dei principi di dovere naturale

In uno dei capitoli precedenti (§§18-19) ho descritto brevemente i principi di dovere naturale e obbligo che si applicano agli individui. Ora dobbiamo vedere perché questi principi verrebbero scelti nella posizione originaria. Essi formano una parte essenziale di una concezione del giusto: definiscono i nostri legami istituzionali e il modo in cui diventiamo reciprocamente vincolati. La concezione della giustizia come equità rimane incompleta senza una discussione di questi principi.

Nella prospettiva della teoria della giustizia, il dovere naturale più importante è quello di sostenere e promuovere le istituzioni giuste. Questo dovere comprende due momenti: primo, dobbiamo rispettare le istituzioni giuste e fare la nostra parte in esse nel caso in cui esistano e ci riguardino; secondo, dobbiamo aiutare a istituire assetti giusti nel caso essi non esistano, perlomeno quando è possibile fare ciò con un costo moderato per noi stessi. Da ciò segue che, se la struttura di base della società è giusta, o almeno tanto giusta quanto è ragionevole attendersi in date circostanze, ognuno ha il dovere naturale di fare ciò che gli compete. Ciascuno è vincolato, indipendentemente dai suoi atti volontari, performativi o di altro genere. Ci domandiamo ora perché verrebbe adottato proprio questo principio e non un altro. Assumiamo che, come nel caso delle istituzioni, le parti non hanno modo di esaminare tutti i possibili principi che potrebbero venire proposti. Le diverse possibilità non sono definite chiaramente e, tra esse, può non esistere quella che rappresenta la scelta migliore. Come in precedenza, allo scopo di eliminare queste difficoltà, supporrò che la scelta vada compiuta a partire da una breve lista di principi tradizionali e ben noti. Per rendere le cose più semplici, mi limiterò a menzionare soltanto l’alternativa utilitarista a scopo di chiarificazione e di contrasto, e renderò l’argomentazione sensibilmente più breve.

La scelta dei principi per individui è notevolmente semplificata dal fatto che sono già stati adottati i principi per le istituzioni.



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