Cuore di ghiaccio by Angela White

Cuore di ghiaccio by Angela White

autore:Angela White [White, Angela]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa, Romantico, Generica
ISBN: 9788852078026
Google: LBK0DQAAQBAJ
editore: MONDADORI
pubblicato: 2017-01-06T23:00:00+00:00


12

Mary sollevò il viso verso il cielo di Ashton Castle. Era una mattina grigia, sospesa tra inverno e primavera. Era la giornata più consona a un funerale. Con indosso l’armatura argentea, il barone seguiva solennemente il feretro del suo maestro d’armi. La salma ricomposta con tutti gli onori era trasportata a spalla, in una processione a cui l’intero castello faceva da corteo.

Mary ricordò le esequie di un’anziana suora del convento, avvenute l’anno prima. Aleggiava nell’aria lo stesso profumo di incenso, il senso di addio e di riflessione su una lunga vita che si chiudeva, portandosi via esperienze e memorie. Le voci celestiali delle monache si erano unite in un coro di struggente bellezza nel salutare la loro anziana consorella, invece quel giorno le preghiere delle donne frusciavano sommessamente e gli uomini erano raccolti in un rispettoso silenzio.

Fratello Timothy guidava la fila, il turibolo che ondeggiava davanti a lui diffondendo la sua mistica fragranza. I soldati seguivano il barone al passo cadenzato della marcia, la mano posata sull’elsa della spada. Fuori dal corpo di guardia, l’alba biancheggiava accendendo le prime ore del giorno. Era stata una lunga notte di dolorosa e inevitabile attesa. Lord Ashton non si era mai allontanato dal capezzale di sir Dagobert, immobile come una sentinella.

“Vai a riposare, signora” le aveva ordinato, mentre accompagnati da fratello Timothy raggiungevano la stanza dell’infermo. Le fiamme danzavano nel caminetto, squarci d’arancione, porpora e scarlatto nell’aria nera e pesante della veglia.

Mary aveva scosso il capo.

“No, resto qui.”

Stretta nello scialle, era andata a sedersi su una poltrona. Suo marito non aveva protestato. Non aveva più parlato. Con il volto scolpito nella pietra, il signore di Ashton Castle aveva aspettato le prime luci accompagnato dal respiro rantolante del vecchio cavaliere, lo sguardo fisso sull’agonia di un uomo che doveva essere stato per lui come un padre. Ma cosa vedessero in quel momento gli occhi di suo marito Mary non avrebbe saputo dirlo. E quando infine il coriaceo cuore di sir Dagobert si era fermato, neanche allora l’espressione di Warren aveva tradito il minimo sentimento. Quell’atteggiamento atterriva Mary molto più del corpo esanime dell’anziano nel letto.

La morte era sempre presente nella vita di ogni giorno, nelle foglie che ingiallivano in autunno, nelle malattie che colpivano le semine, il bestiame e gli uomini. Si viveva, sapendo che lei c’era, alla fine di un lungo percorso oppure all’improvviso e del tutto inaspettata dietro un angolo.

Lei c’era, come c’erano le risate, la speranza, gli scherzi e la voglia di ballare. Tutto poteva finire, ma intanto tutto continuava. E naturalmente c’era il dolore di chi restava.

Ma dov’era quel dolore in Warren?

Mary guardava suo marito e percepiva un gelo che avrebbe fatto morire anche l’estate.

Tentò di chiamarlo, di avvicinarsi e sfiorarlo.

— Signore...

Lui non rispose. Non la vedeva nemmeno. Impartì ordini e stabilì che le esequie si sarebbero tenute quella stessa mattina.

Sir Dagobert aveva servito fedelmente gli Ashton, e dunque insieme agli Ashton avrebbe riposato: nella cripta sotterranea come uno di famiglia. Poche parole scandite con autorità e freddezza, che Mary aveva ascoltato lottando contro le lacrime.



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