(Thief-Takers 03) Un inganno pericoloso by Alissa Johnson

(Thief-Takers 03) Un inganno pericoloso by Alissa Johnson

autore:Alissa Johnson [Johnson, Alissa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-07-31T12:00:00+00:00


10

Nel corso della giornata si fermarono a intervalli regolari per riposare, ma solo una volta Gabriel fece visita a una piccola fattoria, non per lasciare una pista per gli uomini di Kray, bensì per prendere un cavallo riposato.

— Siamo troppo lontani dal punto di partenza originario per seminare in giro delle tracce — spiegò mentre tornavano nel bosco. — Dobbiamo farci vedere in una città. E presto.

— Be’, dev’essercene una nelle vicinanze. Cosa ti hanno detto alla fattoria?

— Che il villaggio più vicino è a dieci chilometri nella direzione sbagliata. — Gabriel scrollò le spalle alla sua smorfia. — Troveremo qualcosa.

Due ore dopo, si pentì di quella decisione. Non avevano trovato niente.

La foresta era diventata sempre più fitta, ed era quasi impossibile vedere qualcosa al di là gli alberi, di certo non dei tetti, né il fumo di camini in lontananza.

Dietro di lui, Jane si spostò per guardare meglio da sopra la sua spalla. — Potremmo essere vicini a una città e non saperlo mai.

Gabriel fermò il cavallo, smontò e aiutò Jane a fare lo stesso. — Abbiamo bisogno di un’altura o di un panorama aperto. Aspetta qui un momento.

— Ma…

— Non starò via a lungo. Fai quattro passi. Sgranchisciti le gambe. Però non ti allontanare — le raccomandò mentre si avviava. — Resta dove posso trovarti.

Gabriel si inoltrò nel bosco, verso un punto dove gli alberi sembravano diradarsi un po’. Come aveva sperato, si aprivano in una piccola radura. Purtroppo non offriva una visuale migliore, ma qualcosa che Gabriel aveva sognato nelle ultime dodici ore: l’acqua. Un laghetto di acqua fresca e pulita, in apparenza profondo e invitante.

Desiderava ardentemente spogliarsi e immergervisi, per liberarsi di ogni traccia di polvere e sporco. Il suo bisogno di sentirsi pulito era tale da tramutarsi in una distrazione. Vecchi ricordi riaffioravano senza preavviso e con frequenza crescente. Per ora, riusciva ancora a respingerli o ignorarli, ma più si sentiva sporco, più diventava difficile tenerli a bada. Gli riportavano alla mente il giorno in cui era entrato nel salotto dei nonni, coperto di sporcizia dalla testa ai piedi, e aveva raccontato loro una sporca bugia dopo l’altra.

Solo per salvarsi la pelle.

“Eravamo in viaggio. La mamma voleva viaggiare mentre il capitano era in mare, e poi…”

“Per tre anni? Senza dirlo a nessuno? E da soli?! Tua madre è scappata con te… tutta sola?”

No, c’era stato un uomo. Un omone con un grande sorriso, una risata fragorosa e gli occhi della stessa identica forma e sfumatura di quelli di Gabriel.

Quell’uomo gli aveva insegnato a ballare, a sparare con il fucile, a giocare con gli altri bambini. Aveva spiegato a Gabriel il valore della gentilezza, dell’affetto e del coraggio. Gli aveva mostrato come ricavare un po’ di gioia da ogni giorno e come vivere con amore ogni istante.

“Gabriel?”

Quell’uomo era stato l’essere umano più ammirevole che lui avesse mai conosciuto. Era stato il miglior padre che un ragazzo potesse sperare di avere. E aveva amato suo figlio incondizionatamente, senza riserve.

Ma quell’uomo incredibile non era il marito di sua madre, l’illustre capitano Arkwright.



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