Giarrettiere by Pamela Morsi

Giarrettiere by Pamela Morsi

autore:Pamela Morsi [Morsi, Pamela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Kiel Publishing


Capitolo Undici

Quando la giovane coppia uscì nel cortile della chiesa per una tazza di punch, fu accolta da congratulazioni e pacche sulle spalle. Cleav aveva incaricato Sarah Mayfield e sua nuora di occuparsi dei rinfreschi: punch alla limonata rosa e una torta bianca a strati decorata di zucchero caramellato. Cleav aveva detto alla signora Mayfield di non badare a spese, e l’intera congregazione considerava quelle leccornie molto lussuose. Esme Crabb poteva essere una semplice ragazza di montagna, ma il suo matrimonio sarebbe stato ricordato come una cerimonia sfarzosa.

Sfortunatamente, Esme non aveva neanche avuto il tempo di guardarsi attorno quando Armon Hightower la separò dal neo marito, l’afferrò per la vita e con forza la portò via dalla festa.

“Che state facendo?” domandò, più stupita che infastidita.

Il ghigno di Armon era malizioso. “Signora Rhy, sospetto che lo chiamereste ‘essere rapita’.”

A Esme servì un momento prima di comprendere il significato delle sue parole. “Cleavis!” gridò.

“Che cosa sta succedendo?” rispose rabbiosamente Cleav, vedendo con orrore che Armon Hightower si issava Esme su una spalla e si dirigeva verso la montagna.

“Hightower! Tornate qui!” urlò.

La sua reazione gli valse qualche risata di scherno da parte degli amici rapitori di Armon. “Potete ricomprarvela con tre dollari di sciroppo di sorgo e una boccia di whiskey!” gli disse uno dei fratelli Roscoe mentre seguiva Armon e la sposa strillante.

“Di che diavolo parlate?”

“Parliamo del riscatto del capramarito,” rispose Will Gambridge ridendo.

“Tre dollari di sorgo saranno almeno una botte intera,” disse Cleavis in tono incredulo.

“Portare una botte su per la collina con in mano una boccia di whiskey è un’impresa che vale il prezzo della propria sposa,” lo punzecchiò Gambridge.

“Evvai!” urlarono i fratelli Roscoe correndo dietro a Hightower.

“Capramarito!” aggiunse Will mentre superava gli spettatori che ormai si erano ripresi dalla sorpresa e ridevano assieme ai rapitori.

Cleav rimase impietrito a guardarli, come se avesse messo radici in quel punto. Date le strane e frettolose circostanze del suo matrimonio, l’ultima cosa a cui aveva pensato era il capramarito. Yo Crabb, il suo nuovo suocero, lo raggiunse in fretta.

“Buon Dio, figliolo,” gli disse. “Vai a riprendertela.”

Cleav iniziò a corrergli dietro, ma i colpevoli si divisero non appena furono al riparo tra gli alberi.

Vagò per quasi un’ora senza riuscire a trovare loro tracce, poi decise che fare un patto con loro era la soluzione migliore per avere indietro la moglie prima del mattino.

Tornò di corsa verso l’emporio e trovò Mort Riggly, il fornitore di liquore clandestino, che lo aspettava sul portico del negozio.

“’Sera, Cleavis,” lo salutò affabilmente Mort. “È stato un bel matrimonio? Mi dispiace di essermelo perso.”

“Molto bello,” rispose Cleav in tono distratto. “Come facevate a sapere che sarei venuto a cercarvi?”

“Armon è venuto a comprare una boccia e mi ha detto che avreste avuto bisogno di un’altra per il riscatto.”

Gli occhi di Cleav si spalancarono preoccupati. “Ne hanno già una intera?”

Mort percepì l’ansia nel suo tono di voce e cercò di rassicurarlo. “Non agitatevi tanto,” gli disse. “Ammetto che, che siano ubriachi o sobri, Will e quei Roscoe potrebbero mettere insieme tutto il loro cervello e non ne avrebbero abbastanza per una singola persona.



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