la figlia del nemico by terri brisbin

la figlia del nemico by terri brisbin

autore:terri brisbin [brisbin, terri]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: rosa
editore: HARLEQUIN MONDADORI
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


14

Che Dio lo guardasse dagli ingenui e dagli sciocchi!, pensò Soren quando la domanda uscì dalle labbra di lei. Quelle che l’avevano fatto bere più del consueto per tutta la durata della cena. Le stesse che avrebbe voluto sentire contro le proprie per assaporarle. Lui non la voleva?

In quel preciso istante sarebbe bastata una piccola provocazione in aggiunta a quelle che Sybilla gli aveva già fatto e l’avrebbe sdraiata sul letto, le avrebbe tolto i vestiti e avrebbe baciato e lambito e assaggiato ogni minuscolo lembo della sua pelle. E quando fosse stato del tutto sicuro che nessuna parte di lei era stata trascurata dalla sua bocca e dalle sue mani, si sarebbe infilato tra le sue cosce e avrebbe fatto il resto. Il suo membro si dichiarò subito d’accordo, irrigidendosi per l’aspettativa e il desiderio.

Non la voleva?

Soren si appoggiò allo schienale e la guardò. Se solo avesse avuto idea del tempo e dello sforzo che gli ci erano voluti per stare lontano dal suo letto e andare a parlare con il prete dell’annullamento del matrimonio, non le sarebbe mai venuto in mente di parlare così. La sua mente comprendeva la domanda, anche se il suo corpo moriva dalla voglia di fraintenderla.

«Sono state le parole di un bambino, milady.» Cambiò posizione sulla sedia per alleviare il tormento dell’erezione – per fortuna Sybilla non poteva notarla – e proseguì: «Mentre spiegavo a Raed i doveri di uno scudiero nei confronti del suo signore, mi sono ricordato dei doveri di un uomo verso la sua dama». Non doveva pensare a quei doveri, o non sarebbe mai arrivato in fondo al discorso.

«Scusate, Lord Soren, ma vi confesso che non capisco» osservò lei, sconcertata.

«Ho detto a Raed che un uomo ha il dovere di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e di ammettere i propri errori. Ecco di che cosa si tratta.»

«Perdonate la mia impertinenza, milord, ma perché dovrebbe importarvi del mio destino? Avete spiegato molto chiaramente le ragioni per cui mi odiate e io vi comprendo. Capisco il vostro desiderio di vendetta. Ma questo, questo...» Accennò alla tavola imbandita. «... non ha senso.»

Lui si alzò in piedi e spinse indietro la sedia. Sybilla si irrigidì, in attesa della sua reazione.

«Il colpo che ho ricevuto da vostro padre avrebbe dovuto uccidermi, Sybilla. Nessuno – né guaritori né preti, neppure il medico personale di Guglielmo – è riuscito a spiegarsi come ho fatto a sopravvivere. Io invece lo so. Dovevo seguitare a vivere per vendicarmi di chi mi aveva ferito. Solo questo mi ha tenuto in vita, per tutte quelle ore tremende, durante tutti gli interventi che ho dovuto subire perché i medici potessero ricucire il mio corpo straziato, tutte le volte che avrei voluto arrendermi e morire. La sete di vendetta mi ha obbligato a vivere.» Nell’udire quelle parole, Sybilla rabbrividì e cominciò a tormentare il tovagliolo. Questo però non impedì a Soren di concludere il racconto. «Sono venuto qui per uccidere voi e distruggere tutto ciò che era appartenuto a Durward» dichiarò, senza risparmiarle la verità.



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