Matrimonio in vendita: Harmony History (Italian Edition) by Virginia Heath

Matrimonio in vendita: Harmony History (Italian Edition) by Virginia Heath

autore:Virginia Heath [Heath, Virginia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 2020-09-20T22:00:00+00:00


12

Gertie aveva messo una pulce nell’orecchio di Owen. Una pulce grande e fastidiosa, accompagnata da punzecchiature, roteare d’occhi e uno scappellotto alla nuca, quando l’aveva sorpreso a cenare da solo nel suo ufficio. Secondo lei era insensibile e senza cuore, e si sarebbe dovuto vergognare di se stesso.

Lui aveva subito la ramanzina stoicamente, senza confessare di essere giunto alle medesime conclusioni. Lydia viveva sotto il suo tetto da due giorni e, a parte una prima colazione, l’aveva evitata per tutto il tempo.

Gertie aveva sottolineato che non doveva essere facile, per Lydia, e che aiutarla ad ambientarsi nella nuova casa era suo dovere di marito, un ruolo che Owen trovava scomodo come un paio di stivali stretti.

Era ora di mostrarsi all’altezza.

Si fermò davanti alla porta del soggiorno, chiedendosi se dovesse bussare, poi trasse un respiro profondo e aprì direttamente. La stanza era vuota, a eccezione della sola poltrona comoda che Gertie aveva prestato a Lydia, posta davanti al fuoco dal quale proveniva l’unica luce.

«Lydia?» La sua voce riecheggiò nella stanza.

«Sono qui.» Il suono che veniva dalle sue spalle lo fece voltare. Sua moglie sedeva in un angolo con una tazza di tè, e sembrava così sola e sperduta da provocargli un dolore al petto.

«Che cosa fai sul pavimento?»

«Ho pensato di fissare un’altra parete, tanto per cambiare, in attesa che arrivino i mobili. In una giornata ci sono solo un numero di ore da dedicare alle compere, soprattutto quando i negozi hanno l’abitudine di chiudere, la sera. Hai ricevuto i conti, a proposito?» La sua voce era piatta, scoraggiata. «Spero di non aver speso troppo. Eri sempre così impegnato che non abbiamo avuto il tempo di discuterne... quindi, se i conti sono troppo alti, puoi incolpare solo te stesso.»

«Era una stoccata?»

Quando lei smise finalmente di fissare la tazza per incontrare il suo sguardo, Owen si sentì sollevato, vedendo che il suo spirito non era così abbattuto come aveva insinuato Gertie. «Come sei perspicace.»

Probabilmente se lo meritava. «Sono stato un po’ negligente, vero?»

«Solo un po’.»

«Suppongo che dovremmo parlare, discutere di alcune cose come si deve.»

Le avrebbe teso un ramo d’ulivo e avrebbe cercato di fare ammenda. Come aveva detto Gertie, erano nella stessa barca e, se non trovavano il modo di convivere pacificamente, erano condannati ad affondare entrambi. Non poteva nascondersi nel suo ufficio per sempre. C’era rimasto così a lungo che le pareti avevano cominciato a chiudersi, intorno a lui, e non era rimasto altro lavoro per occupare il tempo. Disperato, si era ridotto perfino a spolverare gli inutili resoconti investigativi che aveva messo insieme con Randolph, quando avevano cercato invano di trovare le prove della sua innocenza. Un intrico di vicoli ciechi e delusioni che non aveva fatto niente per migliorare il suo stato d’animo. «Vuoi che ordini dell’altro tè, prima? E qualche dolce. Sembra tu abbia bisogno di tirarti un po’ su.»

«Che splendida idea! Ordina il tè e, intanto che aspettiamo, possiamo contenderci l’unica poltrona, anche se ti avviso che lotterò fino alla morte.»

«Rinuncio a qualsiasi pretesa e, per penitenza, mi siederò sul pavimento.



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