Willingham Michelle - 2008 - Lo schiavo irlandese by Willingham Michelle

Willingham Michelle - 2008 - Lo schiavo irlandese by Willingham Michelle

autore:Willingham Michelle [Willingham Michelle]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Romance, Foreign Languages, Italian, Literature & Fiction, Foreign Language Fiction, ROSA
Amazon: B00ECMSAGS
editore: Harlequin Mondadori
pubblicato: 1999-12-31T23:00:00+00:00


Kieran non lavorava alla decorazione da tre giorni. Aveva tagliato il ceppo con una scure e con una piccola accetta per ricavarne un’asse di forma adeguata. Poi, con cura, aveva preso le misure, levato dal coperchio la tavola spezzata ed eliminato le vecchie giunture. Servendosi di uno scalpello affilato, aveva preparato nuovi incastri a dente. In quel momento si apprestava a inserire a martellate il nuovo pannello.

Per svolgere l’operazione occorreva una precisione estrema. Bisognava inoltre esercitare una forte pressione sul legno. Kieran, essendo fuori esercizio, faceva una certa fatica, ma era contento di riprendere la mano. In passato riusciva a intagliare per ore senza nemmeno accorgersene.

Si rendeva conto di non avere ancora recuperato in pieno le energie. Se fosse stato forte come un tempo, avrebbe ucciso tutti e tre gli aggressori di Iseult. Si vergognava di non essere più capace nemmeno di difendere una donna.

Quando era appena arrivato al villaggio, aveva inteso sparire sullo sfondo, come uno dei tanti schiavi anonimi e senza volto, ma ormai aveva capito che era impossibile. Era talmente abituato a guidare gli uomini in battaglia, che il comando faceva parte della sua natura. I membri del suo clan si rivolgevano sempre a lui quando bisognava prendere una decisione vitale.

Suo padre lo aveva sempre considerato un successore nel ruolo di capoclan e come tale lo aveva allevato. Kieran, però, percepiva questa responsabilità come un peso: non aveva mai amato il potere.

Durante il duro periodo della prigionia, si era aggrappato alla speranza che Marcas e i suoi uomini accorressero a salvare lui e il fratello. Tante volte aveva consolato Egan, raccomandandogli di non avere paura.

Invece non era arrivato nessuno.

Si irrigidì a quel triste ricordo. Ma non aveva più importanza: considerava reciso ogni legame con i suoi familiari, che lo avevano abbandonato al suo destino.

Si era domandato a lungo dove andare dopo la liberazione. La risposta gli era giunta durante la notte: avrebbe fatto il mercenario, viaggiando per l’intera Éireann per difendere chi non ne aveva i mezzi e uccidere chi infieriva contro gli innocenti.

Aprì la mano, poi la richiuse a pugno. Durante le settimane di schiavitù che gli restavano, avrebbe recuperato le forze perdute.

La sera prima aveva sentito parlare di Lochlannach. Dubitava che il clan fosse pronto a sostenere un attacco. Diversi tratti della palizzata, infatti, erano facilmente sfondabili dai nemici. Lui aveva studiato ogni punto del forte circolare per preparare un piano di fuga. Non c’era parte di Lismanagh che non conoscesse alla perfezione.

Cosa gli importava se i predoni distruggevano il villaggio? Gli Ó Falvey non contavano niente per lui. Cearul e gli altri non ragionavano con la testa, ma agivano sempre d’impulso. Nel giro di pochi minuti, i Vichinghi avrebbero massacrato gli uomini e portato via le donne.

Chiuse gli occhi pensando a Iseult. Se lui non l’avesse difesa, sarebbe stata rapita. E poi avrebbe subito violenze di ogni genere. Kieran aveva l’impressione di rivivere la cattura di Egan, anche se in questo caso era riuscito a intervenire.

Iseult gli aveva chiesto di abbracciarla e rassicurarla, ma lui non aveva osato farlo.



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