Anthony Riches by La vendetta del gladiatore

Anthony Riches by La vendetta del gladiatore

autore:La vendetta del gladiatore
Format: epub


7

Marco alzò gli occhi sulla porta della cella, allertato dallo stridio metallico dei chiavistelli.

«Toglietegli le catene e portatelo fuori!».

Un paio di carcerieri entrarono nella stanza angusta, lo liberarono dai bracciali metallici e lo sollevarono di peso, per poi spingerlo in tutta fretta fuori e giù per il corridoio su cui si aprivano una dozzina di porte simili alla sua. L’uomo che lo precedeva a passo spedito doveva essere Voreno; supposizione confermata quando quello girò la testa per guardarsi alle spalle, nel momento in cui il corridoio raggiungeva una scala che portava nelle cantine del palazzo, sopra le prigioni sotterranee.

«Qui».

Il tribuno indicò una porta in cima alle scale e i pretoriani che tenevano Marco per le braccia lo spinsero dentro, lasciandolo andare. Quasi si aspettava di trovare Commodo ad attenderlo, invece rimase perplesso di fronte a una stanza illuminata da lampade, vuota tranne che per una sedia e un tavolo con sopra una ciotola fumante che emanava un buon profumo e un cucchiaio; una brocca di vino era appoggiata lì accanto. Voreno parlava con le guardie, in tono urgente e imperioso insieme.

«Tornate a sorvegliare gli altri. E se non siete stupidi, tenetevi quello che è successo per voi. Andate!».

Il rimbombo degli scarponi chiodati sui gradini di pietra venne interrotto dal tribuno che entrava e chiudeva la porta.

«Mangia. Ti serviranno energie. E butta giù anche una coppa o due di quello buono».

«Cosa…?»

«Mangia e ti dirò che sta succedendo. Ma fa’ in fretta, non c’è tempo da perdere».

Marco, ancora confuso, si sedette e cominciò a mangiare lo stufato, soffiando su ogni cucchiaiata prima di inghiottirla. Voreno gli versò una coppa di vino e gliela mise davanti.

«Bevi. Fidati, al momento buono mi ringrazierai».

«Il momento buono per cosa?»

«Zitto e mangia. È quasi mezzanotte e a palazzo sono quasi tutti brilli, sia i servi sia le guardie. Se Marcia aveva qualche dubbio dell’ultimo minuto, ha cambiato idea non appena le hanno dato una lista di condannati a morte con il suo nome sopra. A quanto pare il bambino che segue Sporo come un’ombra l’ha trovata sulla scrivania di Commodo e gliel’ha portata di corsa. Lei ha versato una buona dose di veleno nel vino dell’imperatore, più o meno un’ora fa. Lui l’ha bevuto tutto d’un fiato, è impallidito, ha cominciato a sudare, gli è uscito un gemito sonoro e poi se l’è rivomitato tutto addosso. Sembra che sia solo mezzo morto e l’altra metà sta cominciando piano piano a riprendersi».

Marco alzò gli occhi e annuì, poi inghiottì un boccone, prima di rispondere.

«L’avevo avvertita che la dose sufficiente per uno schiavo poteva non bastare per un uomo di quella stazza, soprattutto se ingurgita regolarmente non so che antidoto. E se il veleno non gli è rimasto in corpo abbastanza a lungo, probabilmente si sentirà come un ratto in un cacatoio per un po’, ma altrettanto probabilmente sopravviverà. E una volta tornato in sé…».

Voreno annuì.

«Lo so. Metterà tutto a ferro e fuoco. Se non stava ancora pianificando un’epurazione di massa per l’anno nuovo, ora è certa. Ed è probabile che cominci da Marcia, visto che gli ha servito lei il vino per tutta la sera.



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