Di Metallo e Stelle - L'Apprendista di Leonardo by Luca Tarenzi

Di Metallo e Stelle - L'Apprendista di Leonardo by Luca Tarenzi

autore:Luca Tarenzi [Tarenzi, Luca]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy
ISBN: 9788899437084
editore: Gainsworth Publishing
pubblicato: 2016-05-23T16:00:00+00:00


Nelle ventiquattr’ore che seguirono non riuscii a fare nulla. Né leggere, né dormire (cioè, forse dormii un pochino, ma quasi non me ne accorsi), nemmeno pensare. Nulla se non aspettare la sera successiva con un’ansia che mi toglieva il respiro.

Il mostro dagli occhi d’oro e il castellano del Duca che si incontravano in segreto. Che complottavano insieme. Che si scambiavano messaggi e sinistri impegni di collaborazione. Che cosa stava succedendo, ancora? Che patto aveva stretto Bernardino da Corte con la nostra versione locale del Diavolo?

Non lo sapevo, ma che il Diavolo – quello vero – si prendesse la mia anima se non lo avrei scoperto quella sera.

Il sole non era neanche tramontato del tutto quando mi appostai nel buio accanto alla scaletta sotto la Corte da cui era uscito il castellano. Avevo la vista un po’ appannata per la stanchezza, le mani mi tremavano e quel giorno nel cestino di Leonardo c’era anche meno cibo del solito (le riserve del Castello cominciavano già a scarseggiare?), ma attesi comunque, paziente, mentre le ore passavano.

E non accadde nulla.

Alla fine decisi che forse Bernardino si sarebbe recato all’appuntamento per la via normale, ossia attraverso il piccolo ponte levatoio che collegava la Corte alla Rocchetta: era il castellano dopotutto, poteva passarci quando voleva. Ma perché rischiare di esser visto?

Scesi lungo il cunicolo, passai sotto le volte gocciolanti e arrivai fino alla botola nel pavimento del portico. Se la sera prima l’avevo sollevata con cautela estrema, questa volta lo feci con cautela infinita.

Il castellano era più o meno dove lo avevo visto la prima volta, immobile, rigido, ma non era solo: accanto a lui, con la lanterna in mano e intabarrato in un mantello grigio, c’era il paggio ducale dai capelli rossi che conoscevo. Nel vederlo provai una fortissima fitta d’allarme.

Solo dopo qualche secondo mi resi conto che stava dritto a fatica, e la lampada ondeggiava ogni volta che le sue spalle avevano un tremito.

Si portò una mano alla testa, come se faticasse a reggerla. «Mio signore, che cosa stiamo aspettando?»

Il castellano non si voltò nemmeno. «Pazienza, ragazzo. Pazienza».

L’altro sospirò e barcollò più forte. Stavolta Bernardino lo guardò per un attimo, ma non accennò ad aiutarlo.

«Mio signore, perdonatemi davvero ma non mi sento bene. Mi gira la testa… se dobbiamo rimanere qui fuori ancora a lungo vi chiederei di potermi sedere sul…»

Avvenne in un lampo. L’ombra nera del mostro piombò giù dal soffitto sul paggio come un rapace su un uccelletto da carne. Non vidi nemmeno cosa accadde, udii solo uno schiocco secco che rimbombò nello spazio tenebroso del cortile.

Non avevo mai sentito un collo umano spezzarsi di schianto, ma riconobbi lo stesso il suono. Mi venne la nausea.

L’essere dagli occhi d’oro si rialzò subito, lasciando a terra il corpo esanime del ragazzo. Bernardino arretrò fino a toccare una colonna con la schiena e ci si appoggiò con tutto il suo peso. Non guardò il cadavere.

Il mostro gli porse un foglio arrotolato. «Ecco a voi, messere.» Il tono era di scherno.

Il castellano non si mosse, e dopo un attimo l’altro gettò il rotolo ai suoi piedi.



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