Shogun by James Clavell

Shogun by James Clavell

autore:James Clavell [Clavell, James]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sonzogno
pubblicato: 2014-01-22T23:00:00+00:00


Blackthorne nuotò per un’ora e si sentì meglio. Al suo ritorno, Fujiko era sulla veranda con una teiera di cha appena fatto. Ne accettò una tazza, poi andò a letto e si addormentò subito.

Lo risvegliò il suono della voce di Buntaro, carica di astio. La sua mano destra corse ad afferrare il calcio della pistola che teneva sempre carica sotto il cuscino, mentre il cuore batteva con violenza per il risveglio improvviso.

Poi Buntaro tacque e si udì la risposta di Mariko. Blackthorne non ne coglieva che poche parole, ma era chiaro il tono ragionevole, non umile né lamentoso, e non c’erano lacrime nella sua voce. Solo la consueta ferma serenità. D’un tratto Buntaro esplose di nuovo.

Blackthorne tentò di non ascoltare.

“Non intervenite,” aveva detto lei, e lei era piena di saggezza. Lui non aveva nessun diritto, e Buntaro molti. “Vi prego di essere cauto, Anjin-san. Ricordate quanto vi ho detto delle orecchie che ci sono date per sentire e del Recinto a Otto Pareti.” Rimase fermo, obbediente, costringendosi a riflettere su quello che lei gli aveva insegnato.

“Vedete, Anjin-san,” gli aveva spiegato in quella sera particolare, dopo tanto sakè, quando lui aveva scherzato sulla mancanza di intimità in ogni luogo, con la gente sempre intorno e le pareti di carta, e occhi e orecchie sempre all’erta, “qui dovete imparare a crearvi la vostra intimità. Fin da bambini noi impariamo a scomparire dentro di noi, a erigere mura impenetrabili, dietro cui viviamo. Se non potessimo, senza dubbio impazziremmo e ci ammazzeremmo l’un l’altro e poi uccideremmo anche noi stessi.”

“Quali muri?”

“Oh, possediamo un labirinto senza fine in cui nasconderci, Anjin-san! Cerimoniali e usanze, e tabù di ogni genere. Anche la nostra lingua possiede sfumature che voi non avete, che ci permettono di evitare, cortesemente, qualunque domanda, quando non vogliamo rispondere.”

“Ma come riuscite a chiudere le orecchie? È impossibile.”

“No, è molto facile, con l’addestramento. Naturalmente, si comincia fin da piccoli, appena il bambino sa parlare, così che gli diventa una seconda natura… se no, come potremmo sopravvivere? Prima vi sgombrate la mente dalla gente, per mettervi su un altro piano. Un grande aiuto è offerto dalla contemplazione del tramonto o dall’ascoltare la pioggia… avete mai notato i suoni diversi della pioggia? Se veramente ascoltate, allora il presente svanisce. Ascoltare i fiori che cadono e le rocce che crescono, questi sono esercizi eccezionali. Naturalmente non dovete vedere le cose, esse non sono che segni, messaggi al vostro hara, al vostro centro, per ricordarvi la transitorietà della vita, e aiutarvi a conquistare il wa, l’armonia, Anjin-san, l’armonia perfetta, che è la qualità più ricercata in tutta la vita giapponese, in tutta l’arte, tutta…” aveva riso. “Ecco, vedete che effetto produce il sakè!” Si era sfiorata le labbra con la punta della lingua, in un modo tanto eccitante. “Vi sussurrerò un segreto: non lasciatevi incantare dai nostri sorrisi e dalla gentilezza, dal cerimoniale e dagli inchini, la dolcezza e le premure. Sotto a tutto questo, noi possiamo trovarci a un milione di ri di distanza, soli e sicuri. Perché questo cerchiamo: l’oblio.



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