L'impero. Vol. 1 - 2 - 3 by Anthony Riches

L'impero. Vol. 1 - 2 - 3 by Anthony Riches

autore:Anthony Riches
La lingua: ita
Format: azw3
Tags: Romanzo storico
ISBN: 9788854177567
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2017-09-10T22:00:00+00:00


Cornelio Felice si diresse verso ovest al passo cadenzato del cavallo, usando la luce della luna per seguire la strada che correva parallela a sud del vallo. Il grosso destriero era ombroso, non avvezzo a muoversi al buio, e le sue orecchie reagivano a ogni minimo rumore. Dopo alcune miglia la strada si arrampicava gradualmente su un’altura, dalla cui sommità il cavaliere ebbe una buona visuale sul forte vicino, che sembrava galleggiare nel mare di torce degli assalitori. Lo stallone nero scalpitò impaziente, reso inquieto dall’oscurità circostante e smanioso di correre. Il forte di Vindobala era alla deriva in un mare di fiamme che si levavano dagli edifici incendiati all’interno delle mura e dalle centinaia di torce raccolte tutt’intorno. Mentre osservava la scena, un nugolo di frecce infuocate superò le mura del forte. Il vento si era placato e nell’aria ferma della notte riuscì a distinguere voci che cantavano in lontananza. Rimase in ascolto per un momento, poi borbottò qualcosa fra sé e spinse il cavallo lungo la pista.

«Be’, se voi uomini avete ancora le palle per cantare una marcia con tutti quei nasi blu che bussano alle vostre porte, penso di poter fare una puntatina dalle vostre parti. Coraggio, Ade, bastardo bizzoso, partiamo al galoppo e vediamo dove ci porta».

Spronò il cavallo, usando le redini per contenere la velocità dell’animale a un trotto veloce mentre si avvicinavano al forte assediato, e calcolando quando liberare la forza che fremeva nei muscoli dello stallone. Arrivato a mezzo miglio di distanza, si piegò in avanti e sussurrò qualcosa nell’orecchio del cavallo.

«Ci siamo, ragazzo, se cercavi un’occasione per dimostrare che non sei solo un maledetto bastardo che si diverte a mordere i palafrenieri, ora ce l’hai!».

Diede un colpo di speroni ai fianchi del cavallo e allentò la stretta sulle redini per consentire ad Ade di accelerare gradualmente l’andatura fino a un piccolo galoppo. Poi, quando sembrava ormai impossibile passare inosservati davanti all’orda di barbari che brulicava intorno e all’interno del forte, lanciò il destriero al galoppo con un grido d’incitamento. Serrando le cosce contro i fianchi dello stallone, si sollevò leggermente dalla sella mentre Ade raggiungeva la sua velocità massima con un’accelerazione elettrizzante, abbandonandosi a un lungo galoppo che catapultò cavallo e cavaliere lungo il tratto di strada che costeggiava le mura meridionali del forte.

Furono individuati quasi subito. Urla gutturali allertarono gli arcieri più vicini alla traiettoria del grosso stallone, che si girarono per scagliare un altro nugolo di dardi infuocati non dentro il forte in fiamme, ma in direzione del cavaliere sconosciuto che sfrecciava sotto il loro naso a una velocità senza precedenti. Senza avere il tempo sufficiente per aggiustare il tiro, la maggior parte delle loro frecce volò troppo alta, tranne una, che saettò a non più di una spanna dal muso del cavallo. Nel frenetico tentativo di controllare l’animale terrorizzato, Felice gli piantò gli speroni nei fianchi, lanciando lo stallone schiumante a passo di carica lungo il tracciato illuminato dalle fiamme; unico obiettivo comune, quello di sottrarsi alla pioggia di frecce.



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