La casa dalla porta dorata by Elodie Harper

La casa dalla porta dorata by Elodie Harper

autore:Elodie Harper [Harper, Elodie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2023-04-24T17:06:31+00:00


24

Crescenzio, il reziario che di notte

irretisce le fanciulle.

Iscrizione a Pompei

Il calore del sole sotto la tenda la fa sudare. Amara è seduta tra Vittoria e Britanna nelle file più in alto dell’anfiteatro, quelle riservate alle donne. Se non altro, qui ha lo spazio sufficiente per allungare le gambe. Lo spettacolo è a pagamento e questo significa una minore affluenza, poiché non tutti possono permetterselo. I Giochi dei Pescatori di giugno non riscuotono lo stesso successo di altri intrattenimenti pubblici più importanti, ma Amara immagina che il porto sarà comunque gremito di persone, liete di poter staccare dal lavoro anche solo per assistere al sacrificio in onore di Vulcano, al quale viene offerto tutto il pescato del giorno, affinché il mare mantenga la sua abbondanza di risorse.

«Chissà se Celado si ricorda di me», dice Vittoria, sventolandosi per smuovere un po’ d’aria intorno a sé. Amara ripensa all’anno precedente, quando il gladiatore aveva puntato Vittoria tra la folla, l’aveva sollevata da terra per baciarla e le aveva sussurrato un messaggio segreto all’orecchio, prima di proseguire la sfilata d’ingresso nell’arena. Quello stesso giorno, Amara aveva trascorso il suo unico pomeriggio insieme a Menandro; c’erano anche Didone e Cressa. Il peso della perdita è opprimente quanto il caldo.

«Non mi hai mai riferito il messaggio di Celado», dice Amara.

Vittoria sorride al ricordo, ma non risponde.

«I combattenti», dice Britanna, spazientita per quella distrazione dal vero motivo d’interesse della giornata. «Chi sono? Perché loro qui?».

«Be’, secondo te?», dice Vittoria, stringendo le labbra. «Ovviamente oggi sono quasi tutti reziari».

«Cosa sono i reziari?».

«Gladiatori equipaggiati da pescatori», spiega Amara. «Hanno una rete per intrappolare il loro avversario e combattono con un tridente, una specie di forcone a tre punte. E anche un pugnale, nel caso in cui il tridente si rompa o gli sfugga di mano».

«Se io ho tridente, uccido troppo veloce», dice Britanna. Sembra più interessata di quanto Amara l’abbia mai vista per qualsiasi altra cosa: allunga più che può la schiena e il collo per vedere meglio l’arena.

«Amara! Vittoria!».

È una voce familiare: Amara si gira e vede che anche Vittoria ha un’espressione stupefatta.

«Berenice!», grida Amara, alzandosi in piedi e guardandosi intorno per individuare l’amica.

«Eccola!», urla Vittoria, agitando freneticamente la mano. «Qui! Berenice!».

Berenice si sta facendo largo con difficoltà lungo la fila, mentre le altre donne devono schiacciarsi per farla passare. Amara e Vittoria la guardano avvicinarsi lentamente e a fatica finché, con un ultimo ruvido spintone ad alcune matrone indispettite, riesce a raggiungerle. Le tre donne di Felicio si abbracciano, strillando e ridendo: non riescono a credere di essere di nuovo tutte insieme.

«Ma guardatela!», esclama Amara, sbalordita dall’aspetto di Berenice. «Sul serio! Cos’è successo?».

Berenice non indossa più la veste di un giallo sgargiante che era costretta a portare in quanto prostituta: è vestita come una donna rispettabile, con una lunga tunica e uno scialle, e ha i capelli coperti da un velo sottile. «Siamo uniti in contubernium!», grida Berenice, esultante di felicità. «Siamo uniti!».

Né Amara né Vittoria hanno bisogno di chiedere chi sia l’uomo di cui sta parlando: non può che trattarsi di Gallo.



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