Il leone di Babilonia by Alessandro Sponzilli

Il leone di Babilonia by Alessandro Sponzilli

autore:Alessandro Sponzilli [Sponzilli, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-07-10T22:00:00+00:00


La festa in onore della lussuriosa Isthar terminò e la terra iniziò a profumare di grano maturo e di erba fresca, mentre il fiume correva lento e schiumoso di fango e gli altopiani del Grande Zab, lontani mesi di cammino, si scorgevano nitidi con le loro cime eternamente bianche.

Babilonia festeggiò il matrimonio fra Heydar e la figlia del re Nabucodonosor ii. Il re abbracciò l’amico fraterno nella reggia centrale, fra lumi di fiaccole e incensi ondeggianti che spandevano il loro profumo fra centinaia di invitati. Vi erano sacerdoti, notabili, ufficiali dell’Armata reale, governatori delle province di Sumer, ed era presente anche Sedecia, a dimostrazione dei buoni rapporti che intercorrevano fra la padrona Babilonia e la schiava Gerusalemme.

Heydar e il re bevvero dalla stessa coppa, quindi entrò Kassaya con tre eunuchi al seguito. Era coperta da un velo impenetrabile, dalla testa scendeva ai piedi nudi una veste di lino tinta di rosa tenue, mentre il volto era completamente coperto a eccezione gli occhi che guardavano in basso, fissi sul variopinto pavimento a mosaico.

Heydar notò solo che era poco più bassa della madre, e che il portamento le era orgogliosamente somigliante. La giovane principessa tese il braccio magro e la mano, e quando lo guardò il cuore di Heydar ebbe un sussulto. Gli occhi erano gli stessi, le due gemme luminose che avevano illuminato tutte le sue notti erano davanti a lui che lo trafiggevano, inchiodandolo alla promessa fatta. Amala. Era impossibile. Falla felice. Non avrebbe saputo come.

Eppure, tese la mano e prese quella, fragile come un piccolo passero, della futura consorte.

«Tu sei mio marito» disse lei con voce squillante, quasi divertita.

«Tu sei mia moglie.»

I canti e le musiche del corteo li accompagnarono sino alla casa di Heydar. La sposa viaggiava su una portantina sostenuta da quattro schiavi neri e lui camminava con imbarazzo davanti. Il corteo chiassoso si fermò davanti alla scalinata e Ioram fece la sua apparizione oltre la porta, inchinandosi alla nuova padrona. All’interno attendevano i rabianu con le loro famiglie e naturalmente Tulasin con Has, tornato da poco da Gerusalemme alla testa di una nuova squadra di muratori. I festeggiamenti sarebbero continuati in privato.

Heydar l’aiutò a scendere e la condusse nel cortile.

Vicini, l’uno all’altra, parevano un padre con la sua bambina. Heydar si chinò e le parlò all’orecchio. «Signora Kassaya, l’usanza di Babilonia vorrebbe che io mi ubriacassi e che tu mi attendessi nell’harem, ma sfortunatamente non posseggo un luogo simile nella mia casa e mai l’avrò, perciò mi farai l’onore di restare fra noi, mangiare e bere, e se qualche muso si storcerà dimostragli indulgenza.»

«Credi di poterti ubriacare davanti a tua moglie? Allora ti sfido a farlo, Neriglissar.» La voce divertita, l’ombra del sorriso sotto il velo. «Heydar! Per te io mi chiamo Heydar, ricordalo.»

Kassaya sorrise «D’accordo, come vuoi tu, Heydar.»

Era disorientato dal comportamento allegro della ragazza, per nulla spaventata dalla situazione.

«Allora vedremo quanto sarai in grado di bere» disse lei.



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