Il metodo del becchino by Oliver Pötzsch

Il metodo del becchino by Oliver Pötzsch

autore:Oliver Pötzsch [Pötzsch, Oliver]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SEM
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


«E tu credi davvero che fosse Valentine?» La donna seduta di fronte a Julia si asciugò le ultime lacrime dagli occhi. «Ma forse ti sbagli. Insomma, il cognome Mayr...» Lasciò sospesa la frase, come se sperasse che Julia le avrebbe dato ragione. Ma Julia taceva. Mescolava il caffè fissando il liquido scuro come se dentro potesse leggervi il futuro, come facevano un tempo le indovine con i fondi del caffè.

«Io non lo credo, lo so» finì per dire. «Il ciondolo era il suo. E poi, è come se fosse stata inghiottita dal suolo. Me lo sento, Valentine è morta! Quel pazzo ce l’ha sulla coscienza.»

Insieme con la sua amica Josefine sedeva da Sluka, una pasticceria aperta da poco nella piazza del municipio. Quel sabato Julia era di turno, ma si era data appuntamento con Josefine per un caffè in pausa pranzo. Si erano accaparrate l’ultimo tavolo, proprio accanto ai servizi, in quel posto fin troppo elegante per loro.

Negli ultimi mesi le due amiche si erano un po’ perse di vista, e Josefine, che da un po’ lavorava al grande magazzino Herzmansky di Mariahilfer Hauptstraße, era stata assai felice della proposta. La notizia della morte di Valentine l’aveva sconvolta. Vi era stato un tempo in cui le tre erano state inseparabili, poco dopo l’arrivo di Julia a Vienna.

All’epoca lei e Valentine lavoravano come domestiche, avevano conosciuto Josefine in un locale da ballo in cui Julia cantava ogni tanto nel suo giorno libero. Scherzando avevano immaginato il loro futuro nelle tinte più rosee: Julia come cantante acclamata all’Opéra di Vienna; Josefine come stilista a Parigi e Valentine come moglie di un ricco capitano d’industria in là negli anni, che poco dopo avrebbe avuto un attacco di cuore lasciandole in eredità il suo intero patrimonio. Quando poi Julia era andata a lavorare come centralinista in polizia e Josefine aveva ottenuto il posto ben pagato da Herzmansky, i loro incontri si erano diradati, finché Valentine non si era fatta più vedere. Julia immaginava che dipendesse anche dal fatto che non era mai esistito un ricco magnate, ma soltanto viscidi spasimanti occasionali con cui Valentine arrotondava il salario. Si vergognava.

E adesso era morta.

«Hai detto alla polizia che la conoscevi?» domandò Josefine. «Potresti essere una testimone importante.»

Julia minimizzò. «Negli ultimi mesi non l’avevo più vista. Però sì, i poliziotti lo sanno.» Esitò. «Cioè, per lo meno uno di loro.» Finora non aveva ancora detto niente a Josefine della sua nuova conoscenza. «È anche per questo che ho voluto vederti, perché volevo scoprire se tu sapessi qualcosa di più su di lei» proseguì. «Se magari si vedeva con qualcuno.» Julia avrebbe tanto voluto fumare una sigaretta, da due notti non chiudeva quasi più occhio. Per fortuna Margarethe e le altre colleghe credevano che il suo pallore e il suo nervosismo dipendessero dai postumi dell’influenza.

«Con il suo assassino, vuoi dire.» Josefine annuì pensierosa. «Tu credi che l’assassino potrebbe essere uno degli spasimanti di Valentine?»

«Quel tipo le ha regalato il ciondolo, e ha già un’altra domestica sulla coscienza. Là fuori si aggira un tipo perverso, Josefine!»

«Non ne so molto più di te.



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