Le ultime gocce di vino by Mary Renault

Le ultime gocce di vino by Mary Renault

autore:Mary Renault [Renault, Mary]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-07-28T12:00:00+00:00


19

Durante il periodo che seguì stetti molto tempo nella Città e poco a casa. In me c’era un grande vuoto; mi faceva piacere stare in compagnia, e non sempre attendevo di trovare quella migliore.

Non potevo parlare dell’accaduto, neppure a Liside. Ma gli avrei almeno accennato qualcosa, se non mi avesse chiesto irosamente dove ero stato e non mi avesse rimproverato perché non gli avevo lasciato un messaggio. Per quanto fosse naturale, non mi ero ancora ripreso, e avevo la sensazione che mi avesse abbandonato nel momento del bisogno; perciò mi limitai a dire che ero stato a caccia. «Solo?» mi chiese. Risposi di sì. Dato che avevo mentito, non avrei dovuto sentirmi offeso dalla sua incredulità; tuttavia ne soffrii.

Dopo quell’episodio, sebbene avessi più che mai bisogno di lui, finii per diventare scortese. Spesso lo tormentavo ben sapendo che cosa facevo; e dicevo a me stesso che la gelosia infondata meritava una punizione. Poi, desolato e solo e pieno di vergogna, tornavo da lui come se questo avesse potuto cancellare il passato o come se mi fossi comportato con leggerezza con un uomo privo d’orgoglio. Al suo primo accenno di freddezza, io scattavo, e tutto ricominciava. A volte, desiderando la sua compagnia, gli chiedevo perdono, oppure trovavo il modo di rabbonirlo e ci riconciliavamo. Ma tutto questo era simile alla gaiezza nebulosa della febbre. Quando ci separavamo mi chiedeva con forzata noncuranza che cosa intendevo fare l’indomani e chi contavo di vedere. Io ridevo e rispondevo in tono leggero; più tardi, solo nella notte, avrei dato qualsiasi cosa purché ci fossimo salutati da amici, e non riuscivo a comprendere che cosa mi avesse preso. Spesso, quando eravamo in compagnia o quando intorno a noi c’erano i nostri commilitoni, lo guardavo con la certezza che al mondo non vi era nulla di altrettanto caro; se in quel momento fossimo stati soli, pensavo, fra noi non vi sarebbero state nubi. E pensavo che anche per lui fosse lo stesso.

Quando ero con Socrate, riuscivo sempre a distaccarmi da me stesso e a rendermi conto della mia follia. Tuttavia non andavo da lui per chiedere consiglio. Un giorno, non resistetti più e mi rivolsi a Fedone.

Mi trovai casualmente sdraiato accanto a lui nel bagno caldo di Cidone, uno stabilimento rispettabile. Quando il bagnino ebbe terminato e mentre attendevamo il massaggiatore, avvicinammo i nostri giacigli e cominciammo a parlare. È un luogo ideale per le confidenze, e i miei affanni sgorgavano da me come il sudore. Fedone ascoltava disteso bocconi, con la testa appoggiata alle braccia incrociate, e mi guardava attraverso i capelli biondi. A un certo punto sembrò sul punto d’interrompermi, ma rimase in silenzio e ascoltò sino alla fine. Poi disse: «Non parli sul serio, Alessia, quando dici di non comprendere tutto questo?». «Oh, sì: non credo infatti che ognuno di noi sia meno affezionato all’altro. Anzi, penso…» Fedone si scostò i capelli dagli occhi per guardarmi meglio, poi li lasciò ricadere. «Bene,» disse «se non capisci, dev’essere perché non vuoi; e per quanto ne so, forse hai ragione.



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