Romeo e Rosalina by Natasha Solomons

Romeo e Rosalina by Natasha Solomons

autore:Natasha Solomons [Solomons, Natasha]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza


8.

E cosí Rosalina, che amavi tanto, è dimenticata?

La lunga galleria era cosí umida che Rosalina si sentí come una delle violette che appassivano in un vaso di cristallo, con i petali che cadevano arricciati sul tavolo. Anche l’olmaria e il pizzo di sant’Anna avvizzivano nei vasi, spargendo uno strato di polline simile a forfora sulla lucida credenza. Tutti avevano il viso che sembrava unto e imburrato, pronto per essere infornato. Anche se tutte le finestre erano spalancate, le pareti erano viscide di umidità e il soffitto gocciolava come pioggerella. Nel camino cavernoso cuoceva allo spiedo un maiale a cui i festaioli affamati strappavano le carni, mentre il grasso colava sibilando sulle braci e la fragranza si diffondeva per tutta la casa insieme a quella dei dolci e delle spezie – cannella, chiodi di garofano, noce moscata – e agli odori di aragosta e di ostriche, che galleggiavano nel ghiaccio sciolto e cominciavano a puzzare. Rosalina sperava che nessuno ne mangiasse.

Dentro di lei, la gioia combatteva con il timore, mentre cercava Romeo fra la gente che affollava la galleria. Si sarebbe davvero avventurato in territorio Capuleti per vederla? E se le guardie lo avessero riconosciuto come un Montecchi e lo avessero ucciso? Era un pensiero straziante. Anche adesso sentiva la sua mancanza: le sue labbra avevano sete dei baci di Romeo. Senza di lui le chiacchiere erano tediose e la musica era soltanto rumore.

Sotto la volta della galleria i suoni echeggiavano tanto che nessuno sentiva gli scherzi altrui e le battute dovevano essere gridate ripetutamente finché cessavano di essere divertenti. La musica era frenetica e nel caldo febbrile i liuti e le viole continuavano a perdere l’accordatura. Eppure le coppie che ballavano non se ne curavano, volteggiando avanti e indietro e lanciando grida di gioia. Persino Livia e Valenzio trottavano con avido piacere.

Rosalina si addossò alla parete accanto al padre.

Masetto la osservò con approvazione. «Bene. Questo intrattenimento indecente non è adatto a una novizia».

«Non sono ancora una novizia». Rosalina vide Giulietta in fondo alla galleria, trascinata in una danza forsennata da un individuo tutto sudato, il quale si sfilava costantemente un fazzoletto di seta da una manica per tamponarsi la fronte e il labbro. Lei lo seguiva svogliata, strusciando i piedi sul pavimento. Anche cosí, era la ragazza piú incantevole di tutte. In pochi anni sarebbe diventata la piú bella fra le donne. Il modo in cui la bambinaia le aveva arricciato e acconciato i capelli la faceva sembrare piú adulta, però si era sfilata le scarpe, si tormentava costantemente i pizzi della gonna, e ostentava un cipiglio che non si addiceva affatto a una giovane gentildonna.

Per la prima volta, quella sera, Rosalina sorrise, divertita. Subito dopo la sua espressione mutò, appena riconobbe l’uomo che ballava con Giulietta. Era l’amico da cui il principe di Verona era stato accompagnato nella foresta. Cercò di ricordarne il nome. Era di mezza età, doveva avere almeno trent’anni, e probabilmente era a caccia di moglie. Bene, che cacciasse altrove. Paride! Sí, era questo il suo nome.



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